La voce di Dragonball, Iacono al Martinitt: «Il doppiatore? Un destino tra sfida e alienazione»

La voce di Dragonball, Iacono al Martinitt: «Il doppiatore? Un destino tra sfida e alienazione»

di Ferruccio Gattuso

Ha quella voce che ascolteresti per ore, anche se scandisse l'elenco telefonico. Anche se «una bella voce è come una Ferrari, non basta averla, devi saperla guidare, sennò ti schianti». Eppure, questa la verità, Gianluca Iacono classe 1970, doppiatore e attore, dunque doppiattore il mestiere lo ha inseguito molto prima che gli crescesse in gola quest'arma segreta.
La storia dice che cominciò da teenager torinese, e solo una scuola di dizione lo ripulì della cadenza gianduia, aprendogli la strada, anzi l'autostrada, verso il mondo dello spettacolo. Oggi e domani Gianluca Iacono è protagonista di un one man show ironico e divertente Vegeta è morto e l'ho ucciso io, in scena al Teatro Martinitt, scritto insieme allo sceneggiatore di fumetti Frekt. Il titolo dice tutto: «Vegeta è il personaggio più celebre della serie Dragonball, e ha la mia voce spiega Iacono Dal 2000 al 2012 Italia 1 ha mandato incessantemente in onda questa serie. Dragonball è conosciuto dai bambini alle nonne. Prima o poi dovevo fare i conti con questo personaggio, col quale ho sviluppato, come si può intuire, un rapporto di odio/amore». Successo ma anche prigione, ovvio. Ma per un doppiattore un personaggio animato o vivente (suoi sono lo chef Gordon Ramsey e Marshall Eriksen della sit com How I Met Your Mother) è una sfida e una sottile forma di alienazione: «Nello spettacolo gioco con alcuni video in cui appaiono personaggi da me doppiati spiega Iacono e racconto, in modo tragicomico, del rapporto che ho con tutte queste voci nella testa. Mi piace definire questo show una specie di Chi ha incastrato Roger Rabbit? teatrale: non è stand up comedy, è teatro multimediale».
Soddisfazioni e frustrazioni dell'essere doppiatore? «Tra le prime, avere la libertà di rendere il tuo Vegeta di Dragonball in versione italiana personale, diverso da tutti gli altri nel mondo.

Con i colleghi attori in carne e ossa devi invece rispettare il loro lavoro. Tra le frustrazioni, forse il poco tempo: la tecnologia ci aiuta, ma ci chiede anche di fare tante cose velocemente». Il segreto, alla fine, «è essere versatili: non è necessario avere una bella voce, così come per un attore non è necessario essere bello».


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Gennaio 2023, 08:27
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