Comi, responsabile della scuola di danza del Costanzi: «Per ballare, sacrificio e passione»

Comi, responsabile della scuola di danza del Costanzi: «Per ballare, sacrificio e passione»

di Simona Antonucci
Laura Comi è la direttrice della Scuola di danza del Teatro dell’Opera. Sotto i riflettori fino a 48 anni, poi ha deciso di occuparsi dei nuovi talenti, al Costanzi, proprio dove lei cominciò a ballare da bambina. I suoi allievi sono protagonisti dello Schiaccianoci, dal 4 al Teatro Nazionale.

Chi sono oggi gli aspiranti ballerini?
«Ragazzi dei nostri tempi, animati da una grande passione. E qualche volta dalla passione dei genitori».
Nell’epoca del tutto e subito, riescono a fare sacrifici?
«Sì, nonostante il bombardamento social. La tecnica è lo strumento attraverso cui esprimersi. O studi, o...».
Quanto è dura la selezione?
«A scuola seguiamo 180 allievi tra i 9 e i 18 anni. Ogni anno devono superare un esame per passare ai corsi successivi. E fuori ce ne sono almeno 500 che spingono per entrare».

Quanto studiano?
«Tutti i pomeriggi, anche il sabato. I piccoli un’ora e mezza. I grandi fino a sera. Alcuni fanno tirocinio negli spettacoli del Costanzi».

E a scuola come fanno?
«Scelgono istituti qui intorno, così almeno non perdono tempo in spostamenti».
Più ragazze?
«Sì, ma presto avremo il pareggio».

La dieta è un’ossessione?
«No.
Ma se una ballerina pesa più di 47, 48 chili diventa impossibile farla volare».


La bellezza conta? 
«La danza è estetica».
Un ballerino a 40 anni è già sul viale del tramonto. Destino crudele?
«Sì».
Il passaggio dalle scene alle aule?
«Non è subito piacevole. È dura. Ma adesso adoro tutti i miei allievi». 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Dicembre 2019, 22:46
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