Anna Bonaiuto in scena con Placido in Piccoli crimini coniugali: «Le donne devono ancora faticare di più per esistere»

Anna Bonaiuto in scena con Placido in Piccoli crimini coniugali: «Le donne devono ancora faticare di più per esistere»

di Silvia Natella
La voce roca inconfondibile e una presenza scenica che rievoca un teatro di altri tempi. Anna Bonaiuto è una signora dello spettacolo dal vivo pluripremiata, ma ha prestato il suo volto anche al cinema per film come Il Postino, Il Caimano, Il Divo, Napoli velata.
Dal primo al 13 ottobre è al Quirino con Piccoli Crimini Coniugali, una commedia di Éric-Emmanuel Schmitt con adattamento e regia di Michele Placido. Con l'attore, compagno di Accademia, condivide anche il palco.

A teatro e al cinema l'abbiamo vista nei panni di molte mogli. In Piccoli Crimini Coniugali è Lisa, sposata da molti anni. Che tipo di donna è?
«Lisa è apparentemente fragile e ha deciso di dedicare la sua vita al marito. Lui è un uomo di successo e lei sta a casa e non lavora, cosa che non fa bene alla coppia. Tra i due nascono dei conflitti in cui tante persone si possono riconoscere. E sarà lei a cercare di cambiare vita in un modo un po' bizzarro».
Cercherà il riscatto come ogni eroina che si rispetti. Oggi c'è ancora spazio per il femminismo?
«Penso che il femminismo sia d'obbligo più di prima perché ora abbiamo scoperto che le donne hanno qualità straordinarie, bellezza e profondità. Dopo millenni di supremazia, l'uomo si è incattivito».
Si è mai sentita discriminata in quanto donna?
«Qualsiasi opera teatrale ha più personaggi maschili che femminili perché la professione del regista è sempre stata fatta dagli uomini e perché l'uomo, in scena come nella vita, non accetta una partner alla sua altezza. Le donne devono faticare dieci volte di più per poter esistere».
Cosa direbbe ai giovani attori che si trovano a competere con chi ha più followers sui social?
«I giovani devono decidere cosa vogliono essere prima di cosa vogliono fare. Fare l'attore ormai per nove ragazzi su dieci vuol dire apparire in un film o in televisione, ma non è quello. Essere attore è una cosa profonda, che riguarda l'anima, la vita».
Ha lavorato con Ronconi, ma ha anche fatto molto Eduardo. Qual è la lezione che le hanno lasciato?
«Entrare in contatto con maestri diversissimi permette di crescere. Mi hanno insegnato che c'è sempre da imparare, non si può mai pensare di essere arrivati a nulla».
E al cinema?
«Non capita sempre di trovare dei personaggi ricchi, per cui i lavori che mi sono rimasti nel cuore sono quelli più complessi. A teatro è tutto sulle spalle di un attore, nel cinema sei più nelle mani del regista e più a rischio».
E com'è essere diretti da un regista-attore?
Nel caso di Piccoli Crimini Coniugali la regia è quasi collettiva. Due attori con la nostra esperienza si aiutano molto.
Progetti futuri?
«Continuerò a fare teatro».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Settembre 2019, 08:40
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