David Zard, l'impresario delle star
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David Zard, l'impresario delle star ​ospite in redazione a Leggo

di Emiliana Costa
ROMA - Dal mondo incantato del grande musical alla redazione di Leggo. David Zard, l'impresario delle star internazionali della musica, ha partecipato ieri alla riunione del nostro giornale, diventando “direttore per un giorno”.





Il promoter di Madonna e Michael Jackson tornerà al Gran Teatro di Roma dal 18 dicembre con “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, il musical ispirato alla storia dei giovani amanti shakespeariani, che in un anno di tournée ha conquistato oltre 330mila spettatori, con 166 repliche.







«Il 17 dicembre – spiega Zard – ci sarà un open day al Gran Teatro di Roma, durante il quale i fan potranno fare un tuffo nella storia, visitando il dietro le quinte del musical. Tra abiti e trucchi da sogno». Inizia la riunione e l'impresario commenta le notizie del giorno.



Il ricordo di Zard va a Pino Mango, stroncato sabato scorso da un infarto durante un concerto. «Molti artisti – spiega – dicono di voler morire così, davanti al loro pubblico. Lucio Dalla sapeva di non potersi affaticare, eppure nella sua ultima performance a Montreux ha cantato e suonano per oltre quattro ore. Il mattino dopo se n'è andato soddisfatto».











Si continua a parlare di musica e Zard ricorda della collaborazione con Elton John: «Da lui ho ricevuto il complimento più bello, mi disse di essere uno di loro, un artista». Il produttore racconta anche della rivalità tra Who e Rolling Stones «i più grandi gruppi rock della storia – afferma – I Beatles venivano considerati pop».



La riunione continua e si passa alla cronaca con la protesta degli ambulanti a piazza Navona. «Una volta ho fronteggiato anch'io gli ambulanti – racconta Zard - In occasione del concerto di Michael Jackson a Roma feci transennare l'area circostante, perché i prezzi della merce venduta alle bancarelle erano troppo alti».



La riunione termina con lo sport. L'impresario, nato a Tripoli, è uno juventino “sfegatato”: «In Libia si tifavano le squadre italiane dove non compariva il nome della città. Juve, Inter e perfino il Lanerossi Vicenza. Io ho scelto la Vecchia Signora».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Dicembre 2014, 12:17
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