Zerocalcare in "Questo mondo non mi renderà cattivo": «Ma non so se sono ancora buono»

Il fumettista romano torna su Netflix

Zerocalcare in "Questo mondo non mi renderà cattivo": «Ma non so se sono ancora buono»

di Valerio Di Marco

Zerocalcare “ce rifà”. Dopo “Strappare lungo i bordi”, ecco “Questo mondo non mi renderà cattivo“, la nuova serie di animazione scritta, diretta e interpretata dal noto fumettista romano, e disponibile su Netflix a partire da venerdì 9 giugno. Sei puntate in cui rivivranno il mondo narrativo di Michele Rech (vero nome dell’artista), il suo linguaggio unico, fieramente capitolino e incurante del linguisticamente corretto, ma anche i personaggi storici del suo universo: Zero, Sara, Secco e l’Armadillo, ovvero l’immancabile coscienza parlante del protagonista, doppiata ancora una volta dalla voce di Valerio Mastandrea.


A loro, però, stavolta si unisce Cesare, un vecchio amico che torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zero vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto in questo mondo. Un mondo che non renderà cattivo Zerocalcare, anche se quest’ultimo ammette: «Sarei un arrogante a dire che non sono diventato cattivo. In questi ultimi dieci anni sono successe così tante cose e ho fatto così tante scelte che non sono più tanto sicuro di essere ancora buono».


La serie non è un sequel della precedente bensì una storia completamente nuova, molto più politica, ambientata in periferia e riguardante anche il tema dell’accoglienza.

Argomento d’attualità, quello della “sostituzione etnica”, ma si possono definire nazisti tutti coloro che sono contrari ai centri d’accoglienza? «No - risponde l’autore - altrimenti il mondo sarebbe pieno di nazisti, e per fortuna non è così». C’è speranza allora? «In generale direi che non sono la persona più adatta a cui chiederlo. Sono un tipo abbastanza crepuscolare». Crepuscolare e poco incline alla provocazione, artisticamente parlando: «In ciò che ho fatto, non c’è mai stato niente di volutamente provocatorio, tranne forse una volta, ma avevo 17 anni. Non ho mai cercato visibilità, dico solo le cose per come le penso». E nei suoi pensieri potrebbe esserci già una terza serie prodotta da Netflix. «Vorrei raccontare un sacco di storie ma bisogna prima vedere come verrà accolta questa. Magari stavolta la mia popolarità invece di accrescersi avrà un regresso. Ad ogni modo, al momento non ho in piedi alcun progetto».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Giugno 2023, 07:34
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