La Casa di Carta...pesta, il Professore e Tokyo come Beautiful? Effetto soap aspettando il 3 dicembre

La Casa di Carta...pesta, il Professore e Tokyo come Beautiful? Effetto soap aspettando il 3 dicembre

di Boris Sollazzo

Ci sono solo due tipi di persone al mondo. Quelli che hanno visto La casa di carta e quelli che volano. Ecco, avete mai visto qualcuno volare? Scherzi a parte se ad Antena 3, prima rete tv privata nazionale di Spagna ad aprire i battenti, qualcuno avesse detto che quel prodotto sottovalutato in patria, sorta di gangsta soap dal sottotesto politico e con la trama che pesca in Ocean's eleven, Le iene e Beatiful (per parentele, strani amori, morti e resurrezioni), sarebbe diventato un fenomeno mondiale, in molti lo avrebbero preso per matto. Un fenomeno divenuto tale solo su Netflix e soprattutto grazie all'Italiano dove quei Guy Fawkes vestiti come operai dell'Anas in un Natale ozioso divennero un fenomeno social.


Ed è così che due stagioni di buona fattura, costruite alla carlona perché destinate al pubblico generalista spagnolo - diciamocelo, Distretto di Polizia ha solo sbagliato epoca, altrimenti ora Giulia Bevilacqua sarebbe stata Tokyo, Tirabassi il professore e Memphis era a Venezia col barbone lungo a dare interviste - sono diventate cinque, con tre stagioni a spremere spettatori, attori, storie, personaggi e a sovvertire il senso profondo della ribellione non violenta e anticapitalista di un heist movie furbetto a favore di una serie action in cui far morire i più amati e i più odiati con certosina precisione. Perché? Semplice. Ha la struttura di una soap e come tale non ha un pubblico, ma una fanbase (in Italia al momento è in testa alla classifica dei prodotti più visti su Netflix). Gente che piange per Tokyo dopo averla insultata per 4 anni, che spoilera tutto 6 ore dopo il rilascio dell'ultima stagione (ma il gran finale, a Netflix, geni, se lo son tenuti per il 3 dicembre), perché si lamentano che tutto è cambiato ma lo vedono per poter urlare allo scandalo.

E non parliamo dell'intellighenzia radical chic che dopo aver creato il mostro - li ha fregati quel Bella Ciao finale, per una certa sinistra un riflesso condizionato più potente della vecchia col flit per Roger Rabbit - ora lo stigmatizza perché ormai non si può più vedere, si stava meglio quando si stava peggio. Troppo pop, loro lo guardavano quando ancora lo chiamavano orgogliosamente e in originale La casa de Papel. Ma lo guardano pure loro, ancora, per poter fare i bastian contrari.


Ci cascano da anni: Lost lo ha rovinato chi l'ha amato, costringendo a far diventare quell'isola meno credibile della vita sentimentale di Brooke Logan, quel capolavoro de Il trono di spade è diventato improvvisamente la sua brutta copia con colpi di scena che hanno fatto diventare un'eroina una criminale di guerra in sei minuti netti, da noi Suburra con una stagione di troppo è diventata Skam con le pistole. E tornando alle serie storiche pensate alla nona stagione di Scrubs, a Prison Break, persino a Dexter. Come Mad Men, i Soprano e Breaking Bad, insomma, non ne fanno più. Perfette, nella durata, nella scrittura, nella struttura, nel finale. La casa di carta ha inesorabilmente abbassato l'asticella della qualità e alzato quella del trash pop che può diventare fenomeno di culto. E ora il nostro sogno è Luca Argentero che con Doc - nelle tue mani conquisti il mondo.


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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Settembre 2021, 15:29
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