Suburra 3, Adamo Dionisi è il boss Manfredi Anacleti: «Il mio ruolo più difficile, ho studiato il sinti per essere più credibile»

Suburra 3, Adamo Dionisi è il boss Manfredi Anacleti: «Il mio ruolo più difficile, ho studiato il sinti per essere più credibile»

di Franco Pasqualetti

Un fiume in piena. Lo sguardo emozionato come il primo giorno. E la carica di un ragazzino. Adamo Dionisi è questo. Senza filtri, senza compromessi, senza regole? «Non esageriamo (ride, ndr)». Il suo è un ritorno atteso come la vittoria in un derby. E lui non fa niente per placare gli entusiasmi. Nella terza stagione di Suburra tornerà a interpretare Manfredi Anacleti, il boss degli zingari della fortunata serie Netflix.


Lo possiamo dire?
«Beh ormai è di dominio pubblico, Manfredi uscirà dal coma per riprendere il comando del clan sinti».


Quel ruolo sembra creato esattamente per lei...
«Si tratta di un personaggio complesso. Ho dovuto studiare molto per renderlo fedele alla realtà».


In che modo?
«Credo di essere l’unico attore al mondo ad avere imparato la lingua sinti... poi ho sempre cercato di farlo mio».


Suburra è alla terza stagione, è difficile tenere alte le aspettative?
«Credo che questa sia la migliore delle tre. Siamo cresciuti tutti e abbiamo fatto squadra. Un lavoro infinito da parte di tutti, vedrete sarà pazzesca».


Roma è davvero Suburra?
«Roma è tutto. E in questo tutto c’è ovviamente anche Suburra.

Ma c’è anche tanto altro...».


Ad esempio?
«La magìa che sa regalare, il modo in cui sa sedurti. Roma è tutto, non si può volere di più, servirebbe solo una classe politica capace di valorizzare tutto»


Roma è anche calcio...
«E io sono laziale fino al midollo anche se allo stadio non vado più».


Non ha paura di rimanere ostaggio del suo personaggio?
«Sarei un folle. Devo tutto a Manfredi, ma io resto Adamo Dionisi, quello che non venderà mai tisane su Instagram o che non sfrutterà mai il ruolo per una serata in discoteca».


E dopo Suburra?
«Inizierò a girare come regista una miniserie da sei puntate. Anno Mille».


Cos’è?
«Un lavoro ambientato nella Toscana di Dante. A Castiglion Fiorentino. La nascita della nostra lingua, i mali del tempo e tanto altro: fame, morte, libertà. Si tratta di un lavoro importante. La sceneggiatura è stata curata da Francesco Cenni, Pierpaolo Piciarelli, io e mio figlio, Cristian Dionisi. Nel cast ci saranno Claudia Gerini, Mirko Frezza, Josafat Vagni e Ivo Romagnoli».


Poi c’è la Festa del Cinema di Roma ...
«Sono in concorso con “The shift”, un film adrenalinico. Diciamo che non mi annoio in questo periodo...».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Ottobre 2020, 08:29
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