Giffoni Film Festival 2022, in anteprima la serie Netflix "Tutto chiede salvezza". Cesari: «Per lei sono finito in un ospedale psichatrico»

Giffoni Film Festival 2022, in anteprima la serie Netflix "Tutto chiede salvezza". Cesari: «Per lei sono finito in un ospedale psichatrico»

di Alessandra De Tommasi

“Tutto chiede salvezza” è una delle serie originali italiane Netflix più attese della prossima stagione. In via eccezionale arriva con alcune clip in anteprima al Giffoni Film Festival per sensibilizzare sul tema della salute mentale che racconta in modo doloroso e intimo. Il motivo? La storia a puntate, da ottobre sulla piattaforma, è tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli (Premio Strega Giovani 2020), edito da Mondadori.

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Il 48enne scrittore romano, coinvolto nel progetto anche in qualità di sceneggiatore, ha condiviso dal palco dell’evento per ragazzi la sua esperienza personale, che sullo schermo è portata in vita da Federico Cesari (SKAM Italia). Daniele, questo il suo nome, è un ragazzo come tanti che si sveglia in ospedale una mattina per scoprire di essere finito per sette giorni in TSO (ossia il trattamento sanitario obbligatorio, un ricovero psichiatrico).

Il tema della salute mentale, portato in vita da un cast di spessore che comprende – tra gli altri – Ricky Memphys e Filippo Nigro, è catturato dalla regia delicata ma incisiva di Francesco Bruni. Il cineasta, che si è già cimentato in storie di gioventù difficili in Scialla, ha condiviso con il pubblico di giovanissimi giurati questo viaggio complesso attraverso la mente di un giovane allo sbando e alla deriva ma anche attraverso un sistema sanitario pieno di luci e ombre.

“Questa serie – spiega Mencarelli – non tradisce affatto il romanzo e ho adorato scriverla perché mi ha fatto tornare in una fase turbolenta della mia vita.

Ecco come una serata turbolenta della vita finisce in psichiatria e ti chiedi cosa ci sia in mezzo. Per Daniele si tratta di uno scoppio di rabbia: l’episodio lo fa subito bollare come “anormale”. Ma se vogliamo prendere in prestito le parole dello psichiatra Franco Basaglia allora potremmo dire che “nessuno da vicino è normale”. E io l’ho vissuto sulla mia pelle”.

Per il 25enne attore romano si tratta di una sfida mai affrontata: “Ruoli così – dice – se ne trovano pochi. Devi approcciarti alla formazione del personaggio con un certo senso d’inadeguatezza. Ecco perché ho fatto un lavoro su me stesso, denudandomi di maschere e corazze a cui mi sono sempre aggrappato per affrontare la vita di tutti i giorni”.

Con gli occhi lucidi dall’emozione, il giovane talento, non certo estraneo a temi delicati e vicini alla sua generazione, ha confessato: “Questo progetto è arrivato in un periodo della mia vita in cui non sentivo alcuna spinta emotiva, era tutto piatto. E invece qua mi sono messo in gioco, ho trovato una carica nuova. Ecco perché mi auguro che la serie porti salvezza anche ad altre persone. Ho avuto esperienze dirette con tematiche di salute mentale e spero che le puntate instillino nel pubblico una certa consapevolezza”.

Il regista annuisce, pensieroso, per poi aggiungere: “Quando realizzi un progetto ti chiedono sempre tutti quale sia il supereroe del protagonista. Quello di Daniele è senza dubbio la sensibilità, il dolore degli altri di cui si fa carico anche se ci sta male. Anche in Scialla ho raccontato un ragazzo problematico ma in quel caso era sbruffone, aggressivo e con un mito criminale. In quel caso mancava la figura paterna, qui invece lo troviamo proprio senza pelle”.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Luglio 2022, 21:12
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