«Ci sono diverse cose che mi affratellano a Monterossi. Se non bastasse Milano, ci sono la generazione cui appartiene e l’essere ‘un vincente involontario innamorato dei perdenti’, secondo la definizione dell’autore dei romanzi. Ne ho conosciuti di personaggi così, forse anch’io sono un po’ così». Gli abiti del personaggio ideato da Alessandro Robecchi, autore televisivo cinquantenne ironico e disilluso, calzano a pennello a Fabrizio Bentivoglio, che lo incarna nella serie Prime Video Monterossi, sei episodi da 50 minuti tratti da “Questa non è una canzone d’amore” e “Di rabbia e di vento” disponibili da lunedì prossimo.
Mentre è impegnato a schivare il molto remunerativo rinnovo del contratto per il programma tv di cui ora si vergogna – Crazy Love - Monterossi viene travolto da una trama crime che gli entra dritta in casa: un uomo bussa alla porta e gli spara, lisciandolo di pochissimo. «Non sono uno spettatore assiduo, ma la tv che mostriamo nella serie mi sembra verosimile – spiega Bentivoglio, che prossimamente vedremo nel nuovo film di Salvatores Il ritorno di Casanova – È una tv che usa i sentimenti delle persone, più che raccontarli».
Costretto suo malgrado a indagare, insieme ai suoi collaboratori Nadia e Oscar e parallelamente alla polizia, Monterossi parte sempre dalla sua casa milanese, rifugio ancorato nel suo tempo (con l’arredamento anni ’70) che si affaccia sui grattacieli. «La Milano che ricordo io – dice l’attore, nato e cresciuto a Milano ma poi partito – è diversa dall’attuale.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Gennaio 2022, 11:18
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