Sanremo, il pagellone: dall'exploit di Mattarella (10 e lode) alla figuraccia di Blanco (1). Tutti i voti

I voti alla kermesse di Amadeus

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di Davide Desario, Rita Vecchio

10 LODE
SERGIO MATTARELLA


Siamo stati abituati a vedere il presidente della Repubblica Italiana alla Prima della Scala, in platea alle prime di concerti e spettacoli d’élite. E invece, ancora una volta, Sergio Mattarella ha dimostrato di saper stare vicino agli italiani più di tanti politici, non a parole ma nei fatti. E così, per la prima volta nella storia del Festival, ha inaugurato la 73esima edizione dal palchetto d’onore dell’Ariston. Ha sorriso e si è emozionato per il monologo di Roberto Benigni.

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10
AMADEUS

I risultati eccellenti di ascolti e degli introiti pubblicitari gli danno ragione. E non sono certo un caso. Perché il conduttore e direttore artistico del festival ha organizzato tutto, nei minimi particolari. Ottima la scelta dei cantanti in gara (anche se 28 sono davvero troppi), degli ospiti agée, e dei superospiti. Astuta la mossa di chiamare Ferragni per intercettare i giovani con i loro smartphone e traghettare il Festival sempre più verso il futuro. Unico appunto: poco umorismo in scena e fuori scena.


9
FIORELLO


Che c’entra Fiorello? C’entra, c’entra. Lui quest’anno a Sanremo non è andato, ma la sua presenza era sempre nell’aria. Per vedere lo show, e stare anche vicino al suo super amico Amadeus, ha spostato la sua striscia quotidiana dalla mattina tardi su Rai2 a notte inoltrata su Rai1. I risultati, tra gag e improvvisazioni, sono da capogiro. Non solo in share (a quell’ora non è difficile) ma in termini di teste: 2 milioni di telespettatori alle 2 di notte sono un record.


8
MORANDI-FRANCINI


Bravo lui. Brava lei. Professionali, capaci, discreti, hanno dimostrato come si possa stare sul palco dell’Ariston senza dover a tutti i costi stupire, ma facendo quel che si è capaci di fare. Con eleganza, garbo e intelligenza. Senza provocare a tutti i costi.


7
MARCO MENGONI


Era il superfavorito e ha vinto. La canzone va perché è lui a cantarla, intonato come pochi. A proclamarlo tre giurie. Ad acclamarlo per il suo fascino in tanti, non solo in quota rosa. Lui sapeva di avere la vittoria in tasca e che doveva pensare solo a non prendere scivoloni. E così ha fatto.


6
TRASMISSIONI RAI


Tutte le trasmissioni della Rai hanno fatto quadrato come non mai intorno al Festival. D’altronde gli incassi economici del festival sono la colonna portante di tutta viale Mazzini. E comunque, lo hanno fatto alla grande ottenendo ottimi risultati, Da Alberto Matano con la Vita in diretta e Eleonora Daniele con Storie Italiane su Rai 1 a BellaMa’ di Diaco su Rai 2.

Unica nota stonata: i collegamenti con Gino Castaldo ed Ema Stockholma: questa volta il loro show on air non ha reso al meglio.


5
GIORGIA E ANNA OXA


Erano i due grandi ritorni. Due splendide voci che hanno fatto la storia della canzone italiana. E da entrambe ci si aspettava molto di più. Invece, si sono presentate sottotono, senza una vera idea di spettacolo, con canzoni discutibili che non valorizzavano le loro eccezionali doti vocali. E per chi ama la musica e ha sempre amato loro due è stata una cocente delusione.


4
COMUNICAZIONE RAI

La comunicazione Rai quest’anno è sembrata fagocitata dall’entourage di Amadeus. Lo si era capito già nei mesi precedenti quando in più di un’occasione gli addetti ai lavori sono sembrati presi in contropiede dalle iniziative del direttore artistico. Spesso e volentieri hanno alzato le mani come a dire “non dipende da noi”. Per carità, non è facile gestire un mega evento così.


3
ANGELO DURO


A lui è stato affidato forse l’unico momento comico della kermesse. Ma il suo umorismo è molto particolare e di nicchia. Forse non adatto per il grande pubblico. Risate davvero poche. Peccato, ne avremmo tutti un po’ bisogno.


2
FERRAGNEZ


Lei è un’imprenditrice che ha letto i tempi prima di tutti gli altri diventando una delle più grandi influencer del mondo. Anche per questo è stata voluta da Amadeus che era caccia del popolo del “doppio schermo”. Ma il suo monologo, dal tema molto importante, era troppo ego-riferito e soprattutto ha lasciato perplessi che a dire alle donne (giovanissime in particolare) di amarsi per quel che si è, di sognare e lottare senza aver paura di sbagliare e di essere imperfette, sia una che fa di tutto per apparire perfetta. In conferenza stampa si è rifiutata di rispondere a una semplice domanda che avrebbe dato un senso proprio al suo monologo. E lui? Fedez è un rapper da milioni di follower. Ma ultimamente preferisce solo provocare. Il gioco, nel cortocircuito mediatico, funziona: fa parlare di sé, ruba la scena (anche alla moglie in questo caso). Ma quando è troppo è troppo.


1
MADAME E BLANCO


Sul fronte musicale niente da dire. Bravi entrambi. Ma sul fronte umano, quando si sbaglia si chiede scusa. Vale per l’inchiesta sui falsi vaccini che ha travolto Madame, e vale per la gag riuscita male di Blanco che distrugge mezzo Ariston. Non ci si può giustificare trincerandosi dietro la giovane età, l’inesperienza. Perché si diventa patetici. Bisogna decidersi: o si è maturi per fare certe cose e ci assume le responsabilità dei propri comportamenti, o si resta a casa.


0
POLITICA CONTRO ROSA CHEMICAL


La politica che se la prende con Rosa Chemical e il suo gender fluid è una politica che dimostra di essere lontana dal Paese reale, dove il tema non solo riguarda tanti, soprattutto ragazzi giovanissimi, ma è anche uno dei punti fissi di serie tv, canzoni, libri dei nostri tempi. Basta parlarne con insegnanti delle scuole, prendere una metropolitana, andare in una discoteca. Creare un caso “Rosa Chemical” fa solo il suo gioco e ha perfettamente l’effetto contrario di quello che certi politici vorrebbero.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 16:15
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