Sanremo, Barbarossa canterà il primo brano in dialetto romano

Sanremo, Barbarossa canterà il primo brano in dialetto romano
Luca Barbarossa torna in gara al Festival di Sanremo per la nona volta, dopo 35 anni dalla prima partecipazione e la vittoria nel 1992 con "Portami a ballare", ma questa volta è diverso: con "Passame er sale", infatti, Barbarossa porterà in gara il primo brano in dialetto romano della storia del Festival.
"Devo dire che questa cosa mi fa un certo effetto e mi inorgoglisce anche un po'" confessa il cantautore, che parla molto bene del Festival di Claudio Baglioni: "È un festival in difesa di chi la musica la vive, la fa e la difende. E vanno nella direzione della dignità del nostro mestiere sia la scomparsa dell'eliminazione sia quella della serata cover".

"Passame er sale" è un brano d'amore non convenzionale: "Di solito le canzoni d'amore raccontano l'innamoramento o la separazione, il primo o il dopo. Questa canzone è una sorta di bilancio di un amore che dura una vita, con i suoi alti e bassi, i suoi piccoli riti quotidiani, le liti e le riappacificazioni. Un bilancio positivo, perché qui c'è l'utopia dell'amore eterno che si realizza", spiega Barbarossa.

Il cantautore specifica che il titolo della canzone non ha nulla a che vedere con la scaramanzia che, tradizionalmente, accompagna il rito del sale: "Assolutamente no. So che in molti non passano il sale di mano in mano, senza prima posarlo sulla tavola. Ma 'Passame er sale' è citata come una delle classiche domande che accompagnano la vita quotidiana di una coppia".

Il brano fa parte dell'album "Roma è de tutti", che uscirà il 9 febbraio e che è stato scritto da Barbarossa interamente utilizzando il dialetto romano.
"Qui il romano è soprattutto la lingua dell'intimità familiare e domestica, la lingua dell'anima. Lo stimolo a scrivere in romano mi è venuto con i tanti concerti fatti con Ambrogio Sparagna e l'orchestra Popolare Italiana sulla canzone romana. Mi ha riacceso le radici. Ho iniziato a scrivere ed ho trovato un facilità espressiva che non pensavo. E dal primo brano sono arrivato all'album".

Nell'album saranno presenti undici brani che racconteranno, da punti di vista differenti, tutte le sfumature della romanità. I temi affrontati sono vari: si spazia da testi ironici ("La dieta", "La pennica" e 'La mota") a testi più duri, ispirati a fatti di cronaca ("Madur", storia di un ragazzo di colore aggredito e ucciso in una stazione metropolitana, e "Se penso a te", che racconta la vicenda di un carcerato suicida a Regina Coeli).
L'unico brano a non essere stato scritto di recente, ma nei primi anni '80, è "Via da Roma", che parla del rapporto amore-odio che si ha con questa città e riguardo al quale Barbarossa si esprime, dicendo: "Nonostante tutto, sono sempre innamorato della mia città, guai a chi me la tocca, che siano essi amministratori o cittadini incivili. Vorrei che questa città venisse rispettata dai romani innanzitutto, poi da chi viene qui e da chi la amministra. Ma non metto la croce sull'amministrazione di turno perché qui hanno fallito in tanti".

La musica della canzone è di Luca Barbarossa, mente il testo è del regista Luigi Magni.
"La scrivemmo perché Alida Chelli avrebbe dovuto portarla a Sanremo. Poi il progetto non si concretizzò e l'ho sempre cantata solo per gli amici. Ma quando è nato questo album ho pensato fosse il momento giusto per farla conoscere a tutti", racconta il cantautore.
Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Febbraio 2018, 19:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA