Achille Lauro e il 'battesimo', esplode la polemica. Il vescovo di Sanremo: «Deride i sacramenti»

Achille Lauro e il 'battesimo', esplode la polemica. Il vescovo di Sanremo: «Deride i sacramenti»

Scoppia la prima polemica a Sanremo 2022, dopo l'esibizione di ieri sera di Achille Lauro, che alla fine del suo brano, a torso nudo sul palco dell'Ariston, ha fatto il gesto di battezzarsi, versandosi dell'acqua sulla testa. Questa mattina l'artista è finito nel mirino dei cattolici, dal cardinale Ravasi al vescovo di Sanremo, fino a Mario Adinolfi e Vittorio Messori.

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«II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso», dice il cardinale Gianfranco Ravasi questa mattina in una serie di tweet. Il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura non cita esplicitamente il gesto di Achille Lauro, ieri sera a Sanremo, ma ieri sera ha visto, come fa ogni anno, la rassegna canora sulla Rai. L'endorsement del cardinale va invece a Massimo Ranieri che ha postato sui social alcuni versi della sua canzone: «Questo mare Troppo grande per Non tremare».

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Critiche feroci e dirette arrivano invece dal vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, che critica l'esibizione di Achille Lauro che «ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante».

«Ho ritenuto doveroso -dice- denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga». Lo scorso anno il vescovo aveva criticato Lauro per la sua canzone. All'ANSA ha aggiunto: «Basta pagare il canone Rai. Non possiamo, infatti, trovarci di fronte a un canone obbligatorio sulla bolletta della luce, per poi essere offesi a domicilio e questo sarebbe servizio pubblico?».

Adinolfi: intollerabile il silenzio dei vertici Rai

«Non ce l'ho con Achille Lauro, lui fa marketing. Il direttore di Rai 1 Coletta da anni gioca a questo gioco, ma ora diventa responsabilità dei nuovi vertici Rai, a cui chiedo conto. Il nuovo presidente, il nuovo amministratore delegato dove sono? La presidente era presente, seduta in prima fila all'Ariston, non ha nulla da dirci? Non ha nulla da dire a a sette milioni di cattolici praticanti che vanno a messa tutte le domeniche e a decine di milioni di battezzati che devono vedersi irridere il loro sacramento in modo così banale e sciatto, calata a 'marchettà dentro la logica del marketing?». È lo sfogo di Mario Adinolfi all'Adnkronos, all'indomani della performance di Achille Lauro sul palco del festival di Sanremo, durante la quale l'artista romano ha messo in scena una sorta di 'battesimò.

 

«Lui ha capito che il gioco funziona, da anni fa performance oltraggiose nei confronti della Chiesa Cattolica sapendo che reagiranno e lui ne trarrà un lucro.

Un gioco studiato, anche ormai un pò stanco e senza voce, vista la performance di ieri sera. È semplicemente irritante, ripetuto, già visto, deteriore -attacca Adinolfi- Qui la cosa veramente grave è che se Achille Lauro avesse proposto uno schema del genere vestito col turbante per ricordare il profeta Maometto, o portando la kippah ebraica, i dirigenti della Rai lo avrebbero immediatamente fermato».

Quello che «è intollerabile -incalza il fondatore del 'Popolo della Famiglià- è che la Rai, in particolare Rai Uno, e in particolare durante il più importante spettacolo nazional-popolare pagato con i soldi delle famiglie cattoliche italiane che si permette di irridere in maniera così profonda il sentimento cattolico, non intervenga». Questo, sottolinea ancora una volta Adinolfi, «non interroga Achille Lauro, interroga loro. I vertici di un'azienda che dovrebbe essere servizio pubblico. L'oltraggio è stato reso a chi paga i loro stipendi, e ci attendiamo ora una risposta chiara e possibilmente convincente da queste persone che sono appena arrivate, e magari possono spiegare al direttore Coletta che non si agisce contro coloro che rendono ancora possibile l'esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo pagandosi il canone in bolletta».

Messori: non merita risposte ma solo il silenzio

Achille Lauro, che ieri sera ha finto di battezzarsi sul palco del Teatro Ariston non merita una risposta ma soltanto il silenzio, perché reagire sarebbe dargli «un'importanza che non ha». Lo scrittore e giornalista cattolico Vittorio Messori, interpellato dall'AdnKronos, opta per «fare finta di nulla», che «è un modo per deludere chi ha compiuto questi gesti». «Per la verità non ho visto Sanremo - dice Messori - ma in genere, di fronte a queste provocazioni, non reagisco. Rispondere significherebbe dare loro un'importanza che non hanno, prendendole troppo sul serio. Fare finta di nulla è un modo per deludere chi ha compiuto questi gesti. Perché sono contentissimi di essere presi sul serio e creare scandalo. Loro cercano in qualche modo l'indignazione. Sdegnarsi, in fondo, li farebbe gongolare, si farebbe loro un piacere», conclude Messori.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Febbraio 2022, 13:06
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