Sanremo 2023, Shari: «Mi piace giocare con la mia voce e al Festival vi dimostrerò quanto mi diverto»

Sanremo 2023, Shari: «Mi piace giocare con la mia voce e al Festival vi dimostrerò quanto mi diverto»

di Totò Rizzo

Quello con la sua voce è sempre stato il gioco preferito di Shari (il nome d’arte coincide con quello anagrafico, «lo lesse mia madre su una rivista il giorno che nacqui»). «Mi sono sempre piaciuti i cantanti che si divertono con il vibrato, i bassi, gli acuti, a cambiare tono con agilità: mi sono ispirata a loro». Lei, che di particolare ha un timbro naturale color bronzo, arriva al festivalone dopo aver incantato al festivalino dei Giovani con “Sottovoce”. E si diverte anche a scriverle, le canzoni, mica solo a interpretarle.

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Partiamo dall’inizio, Shari, da una bambina di Monfalcone.

«Anni 7, comincio a prendere lezioni di pianoforte. Anni 8, mi esibisco suonando e cantando per la prima volta in pubblico. Sempre anni 8: scrivo la mia prima canzone, per il compleanno di mio padre. Lì mi dico: bene, è questo che voglio fare nella vita. Da allora non ho smesso di crederci».

Muse ispiratrici.

«Mina ed Amy Winehouse. Non è solo il dono naturale della voce, è la capacità di trasmettere emozioni».

Spazia un po’ su tutti i generi, par di capire.

«Sì, anche se il mio habitat naturale sono il soul e il rhythm’n’blues. Mi piace passare dalla voce graffiata a quella calda, dolce. E mi piace entrare nell’intimo di una canzone, interpretarla, come se la avvolgessi col mio pensiero».

La gavetta è veloce: passa da “Tu si que vales” in tv ai concerti del Volo, dallo scrivere per Benij e Fede e cantare con loro alla factory di Salmo.

«Ho fatto un po’ d’esperienza. Salmo e quelli di Lbsnk 360° videro alcune mie clip, sono piaciuta e mi hanno chiamato. Abbiamo costruito insieme un progetto che mi ha portato fin qui. È una squadra produttiva nella quale ho assoluta fiducia».

Come si sente nel frullatore di Sanremo?

«Sono contenta, sia quando faccio le prove con l’orchestra che quando provo i vestiti che indosserò o quando passo da un’intervista all’altra.

Mi sembra un sogno, via. Sono molto stressata ma è uno stress positivo».

La canzone in gara, scritta con Salmo, «Egoista», parla di un amore fra due donne.

«Sì, ma vorrei arrivasse un messaggio generale in cui ognuno potesse rispecchiarsi, al di là delle storie e dei generi».

Come vive il gossip che la vuole legata a Salmo?

«Me lo lascio scivolare addosso come le cattiverie che leggo sui social. Ho bisogno di energia positiva non di pettegolezzi».

Serata cover: anche lì giocherà con la voce?

«Certo, e anche lì cercherò di far passare emozioni».

Con chi dei giovani come lei che sono al festival collaborerebbe volentieri?

«Con molti ma i primi che mi vengono in mente sono Lazza, Ariete, Mara Sattei».

Le sue aspettative sul festival.

«Anche se è un’occasione enorme cerco di non crearmene troppe. Spero che tutto vada bene. Poi penserò al prossimo step».

Scrive i suoi pezzi in inglese proprio come la sua concittadina Elisa.

«Mi viene più semplice, anche a livello di musicalità. E poi forse per un fatto di pudore: scrivendo di me, l’inglese mi protegge, è come una difesa».

E a proposito di Elisa: le piacerebbe collaborarci?

«Certo, moltissimo. Faccia tosta quale sono, ci tentai una volta, andando a pranzo con lei. Ma avevo solo 14 anni, troppo presto. Comunque, non dispero».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Gennaio 2023, 22:29
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