Sanremo 2023, i Modà al festival con la canzone sulla depressione. Kekko: «È stato Amadeus a volerla»

Kekko Silvestre, il frontman della banda: «Del male oscuro si parla poco per vergogna»

Sanremo 2023, i Modà al festival con la canzone sulla depressione. Kekko: «È stato Amadeus a volerla»

di Totò Rizzo

Nella “splendida cornice” del festival è entrato di tutto: mafia, microcriminalità, droga, omosessualità, ecologia, malapolitica, disagio sociale e psichico. Kekko Silvestre, frontman dei Modà, con quella faccia scarna e sincera da cinema neorealista racconta: «Amadeus ci invita, gli mandiamo due canzoni, ce ne chiede una terza. C’è  “Lasciami” ma non mi va di proporre al festival una canzone sulla depressione. La vuole ascoltare. È quella giusta, dice. «È  un messaggio importante, non soltanto per te. Non puoi capire quanto un brano del genere possa far bene agli altri». Ed eccoli qui, i Modà, terzo Sanremo in gara dopo due podii (un secondo e un terzo posto) con la canzone che finora ha più fatto parlare di sè.

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Ci vuol coraggio ad esporsi così su questo palcoscenico.                             

«È un argomento di cui si parla poco per vergogna. Ma è proprio questo, la vergogna, il sentimento di cui bisogna sbarazzarsi. Il mio grido di aiuto può trasformarsi in quello di tanti che non finora, per pudore, non hanno avuto la forza di gridare, la mia fragilità messa a nudo può fare da cassa di risonanza per tante persone che soffrono di questa malattia. Più che di coraggio, parlerei di sincerità e la sincerità stavolta è l’arma per sconfiggere anche la paura del palcoscenico che mi prende da un po’ di tempo, che ci ha fatto diradare concerti e altri impegni».

Una canzone per cacciare via i demoni dalla mente.

«Una canzone per spiegare che se hai toccato il fondo non puoi che risalire. Il video che accompagnerà il brano è una metafora: una donna che danza con un uomo come volesse insegnargli di nuovo a danzare, a tornare a vivere».

Intanto tornate all’Ariston: è una sirena incantatrice, il festival.

«Siamo stati per troppo tempo lontani dai riflettori proprio per i  miei problemi, poi per la pandemia. Per cui volevamo dire al nostro pubblico: guardate che ci siamo ancora.

Ricominciare da questo palco ha un valore enorme proprio perché mette paura come pochi altri: l’Ariston vale almeno dieci palazzetti, tre stadi. E poi l’attenzione di Amadeus nei confronti della musica non ha eguali, la cura con cui sceglie le canzoni, il riguardo verso gli artisti, da quelli più giovani ai veterani. Sta restituendo fiducia al nostro mondo, questi ultimi anni ci hanno seriamente messo in crisi».

 

Festeggiate qui vent’anni di carriera. Il bilancio, ad oggi?

«Abbiamo realizzato tutti i nostri sogni, al di là di quel che potevamo immaginare, abbiamo fatto gli stadi, i palazzetti, i teatri. Possiamo dire di avere meno aspettative ma sempre nuove ambizioni. Non ci interessano più i trofei da mettere in bacheca».

Con l’orchestra al festival nuotate nel vostro acquario, voi che avete girato l’Italia in versione sinfonica.

«È nato tutto da una curiosità, quella di vestire in modo diverso la nostra musica, di raccontarla sotto un’altra forma. Curiosità felicemente appagata e per questo continuiamo».

Nella serata delle cover salirete sul palco con Le Vibrazioni. Modà e Vibrazioni: come dire, le due band portabandiera del pop-rock in Italia. Si prevedono acuti e schitarrate.

«Saremo in nove e giuro che vi faremo divertire, spaccheremo il palco, come si dice. D’altronde, in un momento in cui la musica suonata è ancora poca, vien voglia di scatenarsi. E poi “Vieni da me” non è solo tra le canzoni più belle delle Vibrazioni, è anche tra le canzoni italiane più belle degli ultimi vent’anni».

E invece la canzone più bella dei Modà?

«Forse “Quel sorriso in volto”. Ecco, torniamo ai fantasmi della mente, ai due matti della clinica psichiatrica che si vestono da sposi e celebrano ogni giorno le loro nozze, li salva l’amore».

Nuove frontiere, dopo Sanremo? Magari un tour insieme alle Vibrazioni?

«Vediamo come va la serata delle cover. Ma potrebbe essere un’idea. Intanto noi Modà ripartiamo alla grande: trenta date da fine marzo».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Febbraio 2023, 22:19
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