Sanremo 2023, LDA: «All'Ariston per cantare l'amore come lo vivono i ventenni come me»

Luca D'Alessio, da Amici all'Ariston

Sanremo 2023, LDA: «All'Ariston per cantare l'amore come lo vivono i ventenni come me»

di Totò Rizzo

Ansietta, la chiama. Non paura. L’unica, semmai, è quella di sbagliare ma «ci sono errori più gravi di una stonatura, nella vita si risolve tutto. E poi ho deciso: me la devo godere». LDA (al secolo Luca D’Alessio, vent’anni a breve) si trincera dietro un sano pragmatismo.

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La scuola di “Amici” è stata importante?

«Una palestra fondamentale, mi ha aiutato moltissimo, un training formativo».

Carattere volitivo, tenace?

«Non saprei. Però ho la consapevolezza che quando sei in ballo devi ballare, quando qualcosa ti accade devi andare in fondo».

“Se poi domani”, la sua canzone in gara, dovrebbe piacere perché…

«È una canzone autentica. Quella mattina dovevo fare altro, avevo un impegno, ma è scattato un clic, un’urgenza immediata. Mi sono fermato e l’ho buttata giù. Menomale, non sarei qui. E la cosa che avrei dovuto fare, l’ho rinviata».

Si sente imbrigliato nell’etichetta rapper?

«Così dicono di me. In realtà non sono rap, io sono pop, rhythm’n’blues. Ho una scrittura da rapper, le metriche sono quelle ma poi arrivano la melodia, il ritmo».

Lo zoccolo duro di “Amici” c’è, giovanissimi. Chi altri vorrebbe imbarcare dal palcoscenico di Sanremo?

«Più grande è la platea, più un artista è gratificato. Sono benvenuti tutti, anche tra gli adulti».

Artisti di riferimento?

«In casa siamo cresciuti a pane e musica. Da Celentano ad Antonacci. Tra i napoletani De Crescenzo, il sommo Pino Daniele, il rap di Clementino e di Rocco Hunt. Pure Gigi D’Alessio, son un fan di mio padre. E comunque sono curioso, a 360 gradi. Non ho pregiudizi. Anche il musicista che ritengo più lontano può svelare quel quid che mi piace».

Neomelodici?

«Quelli autentici, però, di bella scrittura: Andrea Sannino, Rosario Miraggio. E poi mi lasci dire che nessun cantante melodico napoletano – giovane, meno giovane – non  possa non dirsi riconoscente a quel grande interprete che è stato Mario Merola».

Adesso esce l’album nuovo, “Quello che fa bene”.

«Non me ne parli...».

In che senso, scusi?

«Che esce venerdì 17, lei capisce che vuol dire per un napoletano…».

Vabbè, intanto esce…

«Ah sì, e sono felice.

Credo di aver fatto un buon lavoro. Anche dal punto di vista musicale, ho allargato i miei orizzonti, ho spaziato di più».

Che cos’è che fa bene?

«L’amore, in ogni sua forma. Prima di tutto quello verso noi stessi. Se non ci vogliamo bene, non possiamo voler bene in maniera giusta agli altri».

Lei si vuol bene?

«Ho imparato crescendo, maturando».

Lei parla di quelli della sua generazione, nelle sue canzoni. Che mondo è?

«Molto più consapevole di quello che pensiate voi adulti. I ragazzi della mia età sanno bene quello che vogliono ma c’è poca fiducia in loro, tanti pregiudizi: i social, la superficialità dei rapporti virtuali, le velleità. Mi creda, non tutto è così».

Ha cominciato a cantare a 13 anni. Questa passione ha tolto qualcosa alla sua adolescenza?

«Lo giuro: ho sempre vissuto come un normale adolescente, non mi sono risparmiato nulla della mia età. E anche adesso, che certo qualcosa è cambiato, cerco di ritagliarmi i miei spazi da diciannovenne come tanti».

Suo padre salì 23 anni fa per la prima volta sul palco dell’Ariston. Gli ha chiesto qualche consiglio o è stato lui stesso a darglielo?

«È stato lui. Mi ha detto semplicemente: nun ce penzà, divertiti».

C’è una bella schiera di ventenni/trentenni quest’anno a Sanremo. Con chi vorrebbe collaborare?

«Elodie, Ariete, Lazza… sono un loro fan, prima di tutto. E infatti mi fa strano essere in gara con loro».

Il festival moltiplica la visibilità. Se papà Gigi dovesse chiamarla per i concerti di maggio a piazza del Plebiscito, lei stavolta magari un po’ se la tira…

«Tirarmela, io? Se mi chiama corro, sono già sul palco a provare con lui».

E mamma Carmela, che dice del figlio a Sanremo?

«È emozionata. È sempre la mia prima ascoltatrice ma non è credibile perché è troppo fan. Ogni volta che le dico “ma’, senti questa cosa qua, dimmi che ne pensi”, si mette a piangere. D’altronde si sa, come si dice da noi: ogni scarrafone…».


Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Gennaio 2023, 17:24
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