Sanremo 2020, le donne conquistano il Festival: sono brave, toste e fanno più “chiasso” dei colleghimaschi

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di Totò Rizzo
Il festival delle donne, quelle per cui si sono scatenate le polemiche, quelle che sono venute qui a presentare o a cantare e che si ritrovano inevitabilmente, nel corso delle conferenze stampa, delle dirette nei salotti tv, nelle interviste volanti per strada, bersaglio di interminabili questioni sulla parità dei sessi, sulle eque opportunità, sui diritti negati e conquistati e via discorrendo. In un festival di canzoni.
 
 

Le donne di Amadeus. Un harem senza che lui si senta sultano. Da Diletta Leotta, bella conduttrice di rubriche calcistiche ma impegnata a dimostrare che è anche brava recitando un monologo sulla nonna, a Rula Jebreal, giornalista di coté internazionale venuta a raccontare il dolore delle donne violate attraverso il suo personale dolore (il suicidio della madre), da Sabrina Salerno, ex icona sexy della dance nostrana che con quel ruolo di trent’anni fa oggi ci gioca, alle giornaliste del Tg1 Laura Chimenti ed Emma D’Aquino sul palcoscenico dell’Ariston a sottolineare quanto sia faticoso fare questo mestiere che richiede anche rischi estremi e quanto altrettanto faticoso sua conciliarlo con gli impegni familiari, dalle donne fidanzate di due campioni, Georgina Rodriguez, miss CR7, e Francesca Sofia Novello, a fianco di Valentino Rossi, ma che hanno dovuto “necessariamente” dimostrare di sapersela cavare con un “quanto basta” di show, da Alketa Vejsiu, bionda albanese, già star della tv nel suo Paese, ad Antonella Clerici e Mara Venier, volti quotidiani, domestici, familiari e dunque forse rassicuranti in una kermesse sempre attraversata dai venti dei fraintendimenti e dei dissapori.

Le donne in pista. Amadeus era finito anche per questo nell’occhio del ciclone.
Troppi artisti maschi e pochissime donne. Il problema era che tra le canzoni al vaglio della commissione c’erano più firme di uomini che di donne. Ha cercato di rimediare includendo a sorpresa le due outsider dell’ultimora (Rita Pavone e Tosca?). Non si sa. Certo è che le rappresentanti delle quote rosa in gara sono toste, consapevoli, sicure di sé, a volte anche arrabbiate ma senza rinunciare alla femminilità. Di varie generazioni, di diverse estrazioni musicali. E hanno portato all’Ariston i temi più disparati. C’è il drappello delle trentenni (da Elodie a Giordana Angi, da Levante ad Elettra Lamborghini) e quello delle cinquantenni (Irene Grandi e Tosca) fino alle signore agè come Rita Pavone con una grinta rock invidiabile a dispetto dei suoi 74 anni. Donne rock e donne rap, donne melodiche e donne reggaeton, cantautrici ed interpreti. Certo, 7 su 24 sono forse ancora un po’ pochine ma fanno più chiasso (e più notizia) dei colleghi maschi.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Febbraio 2020, 18:43
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