Sanremo 2020, Tosca: «Al Festival vado sul classico, perché è d'avanguardia»

Sanremo 2020, Tosca: «Al Festival vado sul classico, perché è d'avanguardia»

di Totò Rizzo
In un clima ansiogeno come quello del Festival, Tosca e la sua canzone arrivano come un salutare momento di distensione. Già il titolo: Ho amato tutto. Lei la definisce intima e classica «e ho l’impressione che il classico, oggi, sia la vera avanguardia. Classico non è vecchio, è qualcosa che non tramonta mai».

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Archi a distesa, il pianoforte, la sua voce…
«E le parole, scritte, così come la musica, da Pietro Cantarelli, parole sincere che arrivano dritte al cuore, ogni volta è un’emozione nuova, un sentimento profondo: vorrei fosse così anche per chi ascolta».

Si sarà emozionato anche Amadeus.
«Credo di sì. D’altronde io non ho una major alle spalle, non sono “di moda”, appartengo con fierezza a quei cantanti che definisco “di nicchia”. Il 3 gennaio, alle undici di sera, quando mi ha telefonato, ho pensato fosse Fiorello, gli dicevo “dai, Fiore, non scherzare, sono sul divano, ho sonno”. Ce ne ha messo di tempo, poverino, per convincermi che era davvero lui».

Sarà “di nicchia” ma questo è il suo quinto Sanremo e uno lo ha pure vinto.
«Nel ’92 ero in gara tra i Giovani, eliminata subito. Luca Barbarossa che quell’anno vinse tra i Big con Portami a ballare, mi incrociò dietro le quinte e mi disse “mi piace come canti, lasciami i tuoi recapiti”. Mi fece da apripista, poi arrivarono Dalla e Ron con cui arrivai prima nel ’96 con Vorrei incontrarti tra cent’anni. E sempre Ron scrisse per me Nel respiro più grande con cui tornai l’anno dopo, gran bel motivo, ero io che mi sentivo forse estranea all’atmosfera del festival. E poi nel 2007 Il terzo fuochista, canzone trascinante tra musica e teatro, bellissima accoglienza».

"Ho amato tutto" sembra voler lanciare un messaggio pacificante.
«C’è bisogno di un’idea positiva, di uscire nuovamente verso una luce. In questo Paese c’è sempre una tendenza al non detto, al torbido, al sorriso ammiccante da dietro le persiane…».

Le polemiche intorno al Festival sul sessismo, su Junior Cally…
«Tutto così esagerato. Si è invocata la censura. Ma diciamo sul serio? Stiamo a guardare il dito e non la luna? E lo svilimento della donna ogni giorno in tv allora? Le telecamere sempre puntate su tette e culi? È da lì che bisogna partire, è un fatto di cultura».

Amadeus bravo ragazzo?
«Vogliamo mettere alla gogna una persona per una espressione magari poco felice? Non lo conoscevo, l’ho trovato carino, genuino, senza maschere».

E le sue scelte per il festival?
«Secondo me ha messo insieme un bel puzzle, meno “modaiolo” degli anni passati».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Febbraio 2020, 08:28
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