Sanremo 2020, l'affare-Festival: alla Rai più di 15 milioni di utili tra eventi, sponsor e ospiti

Sanremo, l'affare-Festival: alla Rai più di 15 milioni di utili tra eventi, sponsor e ospiti

di Marco Castoro
Ci vorrebbe un Festival di Sanremo al mese per far diventare la Rai un'azienda ricca. I vertici di Viale Mazzini e gli oltre 13 mila dipendenti hanno nella kermesse canora una specie di santuario che fa miracoli. E anche quest'anno il miracolo di SanRemo, in stile San Gennaro, si è ripetuto. Gli investimenti e i buoni propositi si sono liquefatti in soldoni. L'anno scorso alla fine furono incassati 31 milioni di euro provenienti dalla pubblicità. Quest'anno i dati ufficiali si conosceranno domenica così ha promesso il numero 1 di Rai Pubblicità tuttavia Antonio Marano ha fatto intendere che la soglia del 2019 sarà superata. Probabilmente diciamo noi anche più dell'ipotizzato 5%. I 31 milioni potrebbero diventare 35. E considerando che organizzare il Festival di Sanremo tutto compreso - costa 16 milioni diciamo che mamma Rai si porterà a casa un utile di oltre il 50% dell'incasso. Una goduria.

Comunque va detto che la macchina organizzativa curata da Marano e in verità va detto spalleggiata in avvio dell'ex direttore di Rai 1, Teresa De Santis - ha fiutato il filone d'oro del Festival e da lì è nata l'idea di fare di Sanremo la Venezia del cinema. Gli eventi catalizzano la massima attenzione di tutti. Gli sponsor con la lettera maiuscola si avvicinano al Festival perché sono sicuri di avere un ritorno economico all'investimento. Tim è sponsor unico, ma anche Nutella e Suzuky non sono da meno. Il progetto tra palco e città è vincente. È l'evoluzione della gara dell'Ariston: tutta la città abbraccia cantanti e ospiti, in ogni piazza della città. E gli sponsor godono, così come il cassiere di Viale Mazzini e l'amministrazione del comune, gli albergatori e i commercianti alle prese con un flusso turistico a dir poco eccezionale. Solo le forze dell'ordine sono messe a dura prova per motivi di sicurezza. Qualche problema invece è nato con gli artisti. Non tutti hanno voglia di esibirsi tra una marea di brand.

«Quando la Rai gioca non ce n'è per nessuno. Sanremo è il nostro Superbowl», ha detto Marano fiero di aver trasformato una gara canora come se fossero i Giochi Olimpici. Forte Santa Tecla, sfilate di moda, Casa Sanremo, esibizioni degli artisti in piazza. Una settimana itinerante con pubblico, trasmissioni in diretta, bagni di folla, una valanga di selfie, una montagna da scalare per chi per lavoro è costretto a muoversi a piedi o chi passeggia. Quindi gli eventi collettivi sono la strada giusta per incassare soldi. Il Cantante mascherato, ad esempio, può essere un format vincente. Anni fa oltre a Sanremo c'erano Canzonissima, il Cantagiro. Riportare la musica in tv con produzioni interne può diventare una macchina da soldi. Una boccata di ossigeno per far fronte alle spese che comportano l'acquisto delle fiction. Pensate che una replica di un episodio di Montalbano al budget di Rai1 può costare 150 mila euro. Figuriamoci una puntata inedita ed esclusiva del mitico commissario (cifre che si avvicinano ai 2 milioni di euro a serata).

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Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Febbraio 2020, 11:53
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