Sanremo 2020, Levante: «Spero che Amadeus mi abbia scelto per merito»

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di ​Rita Vecchio
«Spero che Amadeus mi abbia scelto per merito e non perché sono donna». Per la serie, polemiche a zero. Così Claudia Lagona, in arte Levante, si prepara per il suo primo Sanremo con "Tikibombom", brano che sarà pubblicato il 7 febbraio nell’edizione speciale dell’album di inediti Magmamemoria MMXX (uscito a ottobre). Nata in Sicilia 33 anni fa e cresciuta a Torino, è in viaggio direzione prove Ariston. La comunicazione va e viene. Ma la sua emozione arriva. 

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Esordio al Festival: paura, incoscienza o cos’altro?
«Consapevolezza. Divertimento. Creatività. Avrò la salivazione a zero e dovrò superare l’ostacolo batticuore. Ma…».
Ma? 
«Sono contenta di farlo ora. Spesso l’errore è considerare il Festival un trampolino di lancio. Ci avevo provato già due volte, con "Sbadiglio" nel 2013 e con "Io ero io e Diamante" nel 2015, ma forse non ero ancora pronta. Il Festival è una vetrina bellissima. È il palco più guardato e ascoltato d’Italia. E io mi ero fatta una promessa: salirci solo con una canzone che potessi difendere».
Ed eccola: “Tikibombom”. Tutta sua.
«Sono una cantautrice. Sarebbe stato blasfemo arrivarci con testo e musica di altri»
Il titolo è un gioco di parole? 
«È fuorviante. Ho preso l’opposto del suo significato: è il ritmo fuori tempo delle persone che si sentono fuori tempo. Un “animale stanco”, l’“anima indifesa”, il “freak della classe femminuccia”, un’“anima in rivolta”. Quattro personaggi, quattro modi sentire: un brano corale che parla di diversità in quanto ricchezza. Un nodo alla gola ogni volta che la canto».
Tema difficile?
«Tristemente attuale. Non è questione di religione, colore o provenienza. Nel ritornello dico “noi” perché riguarda anche me: la musica mi ha fatto sentire meno sola. È un brano trasversale».
Cos’era il Festival per Claudia-Levante piccolina? 
«Famiglia, un momento che riuniva gli affetti attorno al focolare».
Solo donne con lei per la cover del giovedì. 
«Con me, Francesca Michielin e Maria Antonietta con "Si può dare di più" (e scegliere il brano non è stato facile)».
Donna è l’altro tema degli ultimi giorni. 
«La quota rosa mi fa arrabbiare. Non ho un deficit per cui mi si deve garantire un posto solo perché donna. Spero che Amadeus mi abbia scelto con il criterio del merito e del gusto. Le polemiche devo avere un senso, altrimenti parliamo a vanvera e sprechiamo la voce. Io canto le donne, di femminicidio, di violenza».
Junior Cally è sì o no?
«Polemica assurda. Fa rap, genere per antonomasia con un linguaggio violento. Al Festival ci sono stati testi maschilisti. Quindi, o è sempre giusto o è sempre sbagliato. Ricordiamoci che Eminem (il genere è quello) nel 2001 fu all’Ariston come superospite».
Era insieme alla Ferragni l’altra sera: Oltre alla musica, c’è sempre la moda?
«È una mia grande passione. Ecco, Chiara è un esempio di grande donna».
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Gennaio 2020, 10:36
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