Sanremo 2020, Irene Grandi: «Non sono più una ragazzaccia, ora è il momento della femminilità»

Sanremo 2020, Irene Grandi: «Non sono più una ragazzaccia, ora è il momento della femminilità»

di Totò Rizzo
«Diciamoci la verità: una non può sempre fare la ragazzina, magari sentirsi dentro lo spirito sì, quello sì». Irene Grandi è diventata grande. Ha colto l’occasione del Festival di Sanremo per scrollarsi un po’ di dosso l’icona della “tua ragazza sempre” come diceva un suo brano lanciato proprio qui, per metterla da parte.
Lei comunque mette le mani avanti: «Attenzione, le marachelle mi diverto a farle sempre…».

Però è innegabile questo essere un po’ più lady, anche dai vestiti che ha indossato nelle serate.
«Se qualcuno se n’è accorto, vuol dire che ho visto giusto. Io credo d’averla nascosta, a volte, questa femminilità, forse anche per difendermi. Stavolta ho deciso di tirarla fuori in maniera elegante, anche un po’ ammiccante come si addice a una donna matura. Via, non posso più correre e zompettare come facevo da ragazzina, che era anche la mia caratteristica. Adesso l’energia la metto più sulla vocalità, su certi dettagli dell’interpretazione, sono un po’ più riflessiva. Insomma, sono grande e per ‘Finalmente io’ non volevo calcare troppo la mano sul rock perché la canzone è già abbastanza rock da sé».

Chiama Vasco e Irene corre, sempre.
«Questa è una gran bella canzone, una dichiarazione di forza non solo per le donne, ma anche per il loro talento, ti dà la carica di credere in te stesso».

Aprirà i suoi concerti romani al Circo Massimo il 19 e 20 giugno. Emozionata? 
«Sì, già a pensarci. Trovarsi davanti centomila persone è una gran botta di energia, me lo ricordo dai tempi di San Siro che feci alcuni anni fa. E poi questo invito è l’ennesimo segno dell’amicizia con Vasco e della sua stima per me».

Elodie, Levante, Grandi, Pavone: una serie di donne toste e di ogni generazione, a questo festival.
«Qualcuno mi ha detto: una volta venivamo qui al festival timide, un po’ impaurite, poi arrivavi tu e sembrava che facessi come cavolo ti pareva. Mi ha fatto molto ridere, questa cosa. Certo, adesso siamo tutte più sicure, è un bel segno d’emancipazione. La Pavone, poi, ragazzi, ma avete visto che forza? Per me è stata sempre un mito, tanto che, quando ho fatto il disco con Stefano Bollani, tra i brani che abbiamo scelto c’era ‘Viva la pappa col pomodoro’. Più omaggio di questo…».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Febbraio 2020, 13:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA