Sanremo 2019 ascolti tv prima puntata. Male la prima: 49,5% di share, nel 2018 Baglioni ha fatto meglio
Sanremo 2019, Matteo, il figlio di Andrea Bocelli, strega il web: «Bellissimo»
Sanremo 2019, la diretta della prima puntata: Francesco Renga il primo a esibirsi
FRANCESCO RENGA - Aspetto che torni - 7
“Il mondo si perde, tu invece rimani”: Renga si perde nella ballad, tra La melodia è classica, ma c’è. E lui pure. Come pure i “tu sei” ripetuti quattro volte: ricordano i “sei tu” di La vita è adesso di Baglioni?
NINO D’ANGELO E LIVIO CORI - Un’altra luce - 5
Metà in napoletano e metà in italiano. L’idea ci sarebbe, ma il dialogo generazionale non convince. A tratti si perdono. Non entusiasmano. Sembra un brano vecchio anche se pieno di “ammore”.
NEK - Mi farò trovare pronto - 7
È pronto. Arriva con voce e testo. È all’altezza dell’amore. Almeno di quello del pubblico che non risparmia applausi.
THE ZEN CIRCUS - L’amore è una dittatura - 6
Solo le bandiere che hanno sventolato alla fine del pezzo hanno riportato un po’ di energia. Brano complesso, che si riscatta nel finale.
IL VOLO - Musica che resta - 6
Note svolazzanti lasciano i lirismi in sordina rispetto al pop dove a firmare il testo compare anche il nome di Gianna Nannini. Vorrebbero essere “il sole in un giorno di pioggia”… però l’ombrello è sempre meglio portarselo.
LOREDANA BERTÈ - Cosa ti aspetti da me - 8
All’entrata in scena sembra imbalsamata. Alza di qualche centimetro la gonna. Ma il pubblico si scalda di più con i suoi acuti rock.
DANIELE SILVESTRI - Argentovivo - 8
È l’orchestra a suono pieno che introduce a una canzone dal testo impegnato. E impegnativo. Il salto c’è con il rapper Rancore che entra in scena come sul ring. Coraggioso.
FEDERICA CARTA E SHADE - Senza farlo apposta - 5
Rap e melodia. Tanto banale quanto orecchiabile. Sembra la musica di una giostra che gira su “Ci finisco sempre senza farlo apposta” e si ripete e che si potrebbe ripetere all’infinito.
ULTIMO - I tuoi particolari - 8
Inizio lento al pianoforte prima dell’apertura dell’orchestra per una ballad classica. “Siamo soltanto bagagli viaggiamo in ordini sparsi”. Ma la destinazione è il podio. L’interpretazione è sentita con tanto di inchino finale.
PAOLA TURCI - L’ultimo ostacolo - 7
“E cambieremo mille volte forma e lineamenti per non sentire l’abitudine”. Ma lei non cambia il suo stile inconfondibile. Archi e voci per una canzone che melodicamente ricca di suoni.
MOTTA - Dov’è l’Italia - 8
Lui si perde a cercare un’Italia che non trova più. Un accorato appello tradotto in musica. “Tra chi vince e chi perde e chi non se la sente”. E la sua timidezza diventa esplosiva sul palco.
BOOMDABASH - Per un milione - 6
È reggae che si fa tormentone, tra chitarre e orchestra. Il loro “Ti aspetterò come il caffè a letto a colazione” trascina fino al ritornello con tante belle parole che possono essere ballate.
PATTY PRAVO con BRIGA - Un po’ come la vita - 5
L’artista lascia spazio alla diva. Nemmeno l’arpa e il violoncello riescono a dare una virata a una canzone che non arriva. Un duetto incerto dall’inizio alla fine.
SIMONE CRISTICCHI - Abbi cura di me - 9
“Tu non cercare la felicità semmai proteggila” canta Cristicchi. Una poesia. Parole e musica con gli archi dell’orchestra che fanno da megafono a testo e a interpretazione.
ACHILLE LAURO - Rolls Royce - 9
L’aveva promesso e l’ha mantenuto. Si è scatenato con Boss Doms. Del resto fa bene a volere una vita così “da Rock’n Roll”. Merita la Rolls Royce. Standing ovation.
ARISA - Mi sento bene - 7
Si sente bene. E si vede. Camaleontica con la voce che vola da un’ottava all’altra, e dagli anni ’80 ai cartoni, con la nonchalance di una che “Adesso vuole vivere così”.
NEGRITA - I ragazzi stanno bene - 7
Sta bene anche la band aretina che sfoggia sonorità rockeggianti e un testo che vuole tradursi in consapevolezza. "Tanto oramai non c’è più tempo che per essere crudeli”.
GHEMON - Rose viola - 6
Potrebbe essere un urban soul con la voce di un rapper che si affaccia al cantautorato solo se fosse un po’ più convincente. E così accarezzare le "mille spine” di questa rosa viola.
EX-OTAGO - Solo una canzone - 5
“Non è semplice restare complici”. Già. E senza infamia e senza lode, cantano l’amore adulto, su una musica che potevano spingere di più. E nonostante l’orchestra non arriva. Peccato.
ANNA TATANGELO - Le nostre anime di notte - 6
È la femminilità che va in scena. Una canzone che parla di amori finiti e di nostalgia, su un testo con il finale “Ma ormai non serve illuderci non c’è bisogno di fingerci”. E su una melodia stile festival.
IRAMA - La ragazza con il cuore di latta - 7
Il testo è duro, a tratti angosciante. La musica è costruita, con orchestra e cori che lo seguono. L’interpretazione coraggiosa. “Sappi che io ci sarò comunque vada”. L’unica consolazione alla violenza.
ENRICO NIGIOTTI - Nonno Hollywood - 6
Un’altra canzone sul rapporto tra le generazioni. Dove il ricordo irrompe sul presente. “Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò”. É una ballata nostalgica che potrebbe diventare stucchevole.
MAHMOOD - Soldi - 6
Parte con voce in autotune.
Arriva velocemente ad un ritornello melodico, che ironizza sui soldi. Del testo si apprezza l’ironia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Febbraio 2019, 13:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA