Sanremo 2019, le pagelle finali dei cantanti: Cristicchi da applausi, super Bertè, Renga promosso, deludono Il Volo ed Einar

Sanremo 2019, le pagelle finali dei cantanti: Cristicchi da applausi, super Bertè, Renga promosso, deludono Il Volo ed Einar

di Marco Castoro e Rita Vecchio
Segui su leggo.it in diretta l'esibizione sul palco dell'Ariston dei cantanti del Festival di Sanremo 2019. Live tutte le performance con le pagelle di ogni cantante durante la prima serata. 

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Sanremo 2019, la diretta della prima puntata: Francesco Renga il primo a esibirsi 

FRANCESCO RENGA - Aspetto che torni - 7
“Il mondo si perde, tu invece rimani”: Renga si perde nella ballad, tra La melodia è classica, ma c’è. E lui pure. Come pure i “tu sei” ripetuti quattro volte: ricordano i “sei tu” di La vita è adesso di Baglioni?

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI - Un’altra luce - 5
Metà in napoletano e metà in italiano. L’idea ci sarebbe, ma il dialogo generazionale non convince. A tratti si perdono. Non entusiasmano. Sembra un brano vecchio anche se pieno di “ammore”.

NEK - Mi farò trovare pronto - 7
È pronto. Arriva con voce e testo. È all’altezza dell’amore. Almeno di quello del pubblico che non risparmia applausi.

THE ZEN CIRCUS - L’amore è una dittatura - 6
Solo le bandiere che hanno sventolato alla fine del pezzo hanno riportato un po’ di energia. Brano complesso, che si riscatta nel finale.


IL VOLO - Musica che resta - 6
Note svolazzanti lasciano i lirismi in sordina rispetto al pop dove a firmare il testo compare anche il nome di Gianna Nannini. Vorrebbero essere “il sole in un giorno di pioggia”… però l’ombrello è sempre meglio portarselo.

LOREDANA BERTÈ - Cosa ti aspetti da me - 8
All’entrata in scena sembra imbalsamata. Alza di qualche centimetro la gonna. Ma il pubblico si scalda di più con i suoi acuti rock.

 
 


DANIELE SILVESTRI - Argentovivo - 8 
È l’orchestra a suono pieno che introduce a una canzone dal testo impegnato. E impegnativo. Il salto c’è con il rapper Rancore che entra in scena come sul ring. Coraggioso.

FEDERICA CARTA E SHADE - Senza farlo apposta - 5
Rap e melodia. Tanto banale quanto orecchiabile. Sembra la musica di una giostra che gira su “Ci finisco sempre senza farlo apposta” e si ripete e che si potrebbe ripetere all’infinito.

ULTIMO - I tuoi particolari - 8
Inizio lento al pianoforte prima dell’apertura dell’orchestra per una ballad classica. “Siamo soltanto bagagli viaggiamo in ordini sparsi”. Ma la destinazione è il podio. L’interpretazione è sentita con tanto di inchino finale.

PAOLA TURCI - L’ultimo ostacolo - 7
“E cambieremo mille volte forma e lineamenti per non sentire l’abitudine”. Ma lei non cambia il suo stile inconfondibile. Archi e voci per una canzone che melodicamente ricca di suoni.

MOTTA - Dov’è l’Italia - 8
Lui si perde a cercare un’Italia che non trova più. Un accorato appello tradotto in musica. “Tra chi vince e chi perde e chi non se la sente”. E la sua timidezza diventa esplosiva sul palco.

BOOMDABASH - Per un milione - 6
È reggae che si fa tormentone, tra chitarre e orchestra. Il loro “Ti aspetterò come il caffè a letto a colazione” trascina fino al ritornello con tante belle parole che possono essere ballate.

PATTY PRAVO con BRIGA - Un po’ come la vita - 5
L’artista lascia spazio alla diva. Nemmeno l’arpa e il violoncello riescono a dare una virata a una canzone che non arriva. Un duetto incerto dall’inizio alla fine.

SIMONE CRISTICCHI - Abbi cura di me - 9
“Tu non cercare la felicità semmai proteggila” canta Cristicchi. Una poesia. Parole e musica con gli archi dell’orchestra che fanno da megafono a testo e a interpretazione.

ACHILLE LAURO - Rolls Royce - 9
L’aveva promesso e l’ha mantenuto. Si è scatenato con Boss Doms. Del resto fa bene a volere una vita così “da Rock’n Roll”. Merita la Rolls Royce. Standing ovation.

ARISA - Mi sento bene - 7
Si sente bene. E si vede. Camaleontica con la voce che vola da un’ottava all’altra, e dagli anni ’80 ai cartoni, con la nonchalance di una che “Adesso vuole vivere così”.

NEGRITA - I ragazzi stanno bene - 7
Sta bene anche la band aretina che sfoggia sonorità rockeggianti e un testo che vuole tradursi in consapevolezza. "Tanto oramai non c’è più tempo che per essere crudeli”.

GHEMON - Rose viola - 6
Potrebbe essere un urban soul con la voce di un rapper che si affaccia al cantautorato solo se fosse un po’ più convincente. E così accarezzare le "mille spine” di questa rosa viola.

EX-OTAGO - Solo una canzone - 5
“Non è semplice restare complici”. Già. E senza infamia e senza lode, cantano l’amore adulto, su una musica che potevano spingere di più. E nonostante l’orchestra non arriva. Peccato.

ANNA TATANGELO - Le nostre anime di notte - 6
È la femminilità che va in scena. Una canzone che parla di amori finiti e di nostalgia, su un testo con il finale “Ma ormai non serve illuderci non c’è bisogno di fingerci”. E su una melodia stile festival.

IRAMA - La ragazza con il cuore di latta - 7
Il testo è duro, a tratti angosciante. La musica è costruita, con orchestra e cori che lo seguono. L’interpretazione coraggiosa. “Sappi che io ci sarò comunque vada”. L’unica consolazione alla violenza.

ENRICO NIGIOTTI - Nonno Hollywood - 6
Un’altra canzone sul rapporto tra le generazioni. Dove il ricordo irrompe sul presente. “Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò”. É una ballata nostalgica che potrebbe diventare stucchevole.

MAHMOOD - Soldi - 6
Parte con voce in autotune.
Arriva velocemente ad un ritornello melodico, che ironizza sui soldi. Del testo si apprezza l’ironia.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Febbraio 2019, 13:29
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