Sanremo 2020, Ricchi e Poveri insieme 50 anni dopo: «Il nostro segreto? Siamo gli zii d'Italia»

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di Totò Rizzo
Cinquant'anni dopo eccoli qui, al Festival, e di nuovo in quattro, i Ricchi e Poveri: un'operazione che sembra marketing ma che dicono ispirata dal cuore: «Eravamo quattro ragazzi sgangherati, poi il successo, qualche inciampo nella vita, siamo rimasti in tre e poi in due. Ma eravamo partiti in quattro e in quattro dobbiamo arrivare». Il gruppo vocale italiano più popolare nel mondo ieri sera ha fatto cantare e ballare l'Ariston. Arrivarono secondi, il 28 febbraio 1970, al Casinò, con La prima cosa bella che avrebbe dato una svolta alla loro vita.
 
 


Il loro primo mentore Fabrizio De André. «Siete bravi, vi porto a Milano da un discografico. Quello ci ascoltò ma non ci prese. «Avrete successo lo stesso, decretò Fabrizio». Secondo mentore, Franco Califano. Fu lui a inventare il nome al gruppo. «Siete ricchi di spirito e poveri di soldi, disse quando scoprì che eludevamo i suoi inviti a cena perché non avevamo i soldi per andare in trattoria». Nell'81 la scissione. Marina Occhiena, la bionda, uscì dal gruppo, si disse che avesse rubato il marito ad Angela Brambati, la brunetta. Poi qualche anno fa andò via anche Franco Gatti, la voce baritonale del quartetto. La brunetta e Angelo Sotgiu, l'ex biondo, hanno continuato in duo. Adesso la reunion che prelude all'uscita di un doppio album di successi, il 27 marzo. Poi un tour? Chissà. Ballati nelle discoteche, cantati in gita, come cinquant'anni fa. Perché? «Siamo entrati per sempre nel cuore della gente: siamo zii, cugini, fratelli maggiori».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Febbraio 2020, 14:30
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