Pippo Balistreri, direttore di scena da 41 anni: «Ultima sera a Sanremo? Decide la Rai ma c'è anche un tempo per passare la mano»

Il suo sogno: «Mi piacerebbe insegnare ai giovani questo mestiere»

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di Totò Rizzo

Davvero sarà la sua ultima sera? Pippo Balistreri, siciliano di Aspra (nel Palermitano, a un tiro di schioppo da Bagheria di cui è l’unica frazione) , da 41 anni direttore di scena del Festival di Sanremo, ci pensa un attimo e, diplomaticamente, fa: «Io sarei anche disposto a continuare ma non ho mai brigato, è la Rai che da 41 anni mi rinnova il contratto che, oltre al Festival, comprende anche altri appuntamenti importanti come quelli dall’Arena di Verona o come l’Eurovision Song Contest lo scorso anno da Torino».

 

Ma Sanremo vince su tutti.

«Certo, Sanremo fa parte della mia vita, è la mia storia professionale. Torino, a maggio,  è stato un appuntamento straordinario, governare un esercito di tecnici internazionali, spiegarsi ovviamente in inglese con troupe che arrivavano da vari Paesi è stata un’esperienza unica. Ma se mi dite Sanremo, il mio cuore batte più forte».

Dovesse essere davvero l’ultima sera al festival, ha già pensato a un successore?

«Ovviamente non tocca a me indicarlo. La Rai ha cresciuto una serie di eccellenti professionisti. Semmai mi piacerebbe trasmettere questa esperienza a dei giovani e qualche proposta da un paio di privati mi è  già arrivata».

I giovani per l’appunto. Diamo loro una dritta. Per trasformare in armonia, sul palco e in tv, il caos Sanremo quali sono le qualità fondamentali?

«La pazienza anzitutto. Molta. Infinita direi. A volte arriva il discografico e dice: il mio cantante non è abbastanza servito dalla fonica. E magari quello non si è mai lamentato. Poi la memoria. Elefantiaca. Devi ricordarti tutto, non fidarti solo degli appunti scritti, tenere tutto a mente. Tutto.

E poi, sarei irriconoscente se non dicessi che devi avere una squadra di tecnici e di assistenti di palcoscenico bravi. È la risorsa maggiore».

Chi è stato il più capriccioso e il meno capriccioso quest’anno?

«Non voglio fare il diplomatico, giuro, ma gli artisti sono quasi sempre disponibili, attenti alle indicazioni, si lasciano guidare. È il loro entourage a volte che è ansiogeno».

Il caso Blanco.

«Riccardo ha esagerato. Era previsto che avrebbe dovuto utilizzare alcuni fiori sulla scia  del video che accompagna la nuova canzone. Poi ha avuto quel problema audio e di seguito quella reazione. Esagerato è la parola giusta».

Di chi è stata l’idea di dare la scopa a Morandi?

«Di nessuno, è venuta in mente a Gianni in maniera estemporanea quando ha visto che gli inservienti stavano scendere in campo. Si è fatto dare una scopa ed è entrato in scena, Gianni è una garanzia, un professionista vecchia maniera. Non vuole cantare nemmeno con gli in-ear monitor ed è difficile che vada fuori tono pur senza gli apparecchietti».

Dovesse proprio essere l’ultimo Sanremo, come sarà seguirlo da casa?

«Beh, onestamente molto triste, Ma ripeto: è una decisione aziendale. E comunque c’è sempre un termine per tutto, è giusto a un certo punto che si passi la mano»-

 

 


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Febbraio 2023, 17:53
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