Michele Zarrillo: "Sanremo sempre importante, la musica mi ha salvato la vita"

Michele Zarrillo: "Sanremo sempre importante, la musica mi ha salvato la vita"

di Massimiliano Leva
«Per qualche tempo, ho pensato davvero che non sarei più tornato a fare musica, ma poi la stessa musica mi ha in qualche modo salvato la vita, diventando qualcosa di terapeutico, giorno dopo giorno». Michele Zarrillo nel 2013 ebbe un attacco cardiaco. «Dormivo poco, fumavo tanto», ricorda. «Il medico mi disse che dopo l'infarto avrei dovuto vivere diversamente e così mi sono preso un periodo sabbatico. Per me è stata l'occasione per riscoprire una seconda vita».

E in qualche modo ha ritrovato il tempo e la voglia per scrivere nuove canzoni, quelle del suo prossimo album di inediti Vivere e rinascere, in uscita il 10 febbraio, con anche il singolo Mani nelle mani con cui Zarrillo gareggerà nella sezione Campioni al prossimo Festival di Sanremo. Un ritorno dopo nove anni di assenza dal Teatro Ariston. «Sì, mi mancava. Credo che il Festival, a discapito di ciò che dicono i detrattori, sia un avvenimento importante. Nessuno nega che sia anche una vetrina per farsi grande pubblicità, ma su quel palco è sempre un onore esserci. Anzi, la canzone italiana, quella vera, quella che rimane, passa anche da lì».

Undici edizioni, a cominciare dal 1981 per lui. «Qualcuno mi ha anche trovato da dire per essere stato così tante volte su quel palco. Ma io non ci penso, anzi credo che anche qualche mio brano si possa definire un classico della canzone italiana grazie a Sanremo. Penso a L'elefante e la farfalla (con cui partecipò nel 1996, ndr). Credo che niente di male ci sia nel fare musica melodica per un pubblico come quello. C'è chi lo definisce un'Italietta. Eppure io lo trovo anche meglio dei contest come X Factor, dove l'importante è fare quello che più segue le mode. Ma poi, cosa resta di quelle cose lì?».

Quanto ai nuovi brani, Zarrillo si dice fiducioso. «Ho ritrovato la serenità, il piacere dello scrivere canzoni, di stare dietro al pianoforte. È stato davvero un grande spavento pensare di non poter più fare musica. Ma c'è sempre una speranza, qualcosa che ti riaccende la vita. Non a caso, il titolo del nuovo disco, Vivere e rinascere, parla proprio di me».
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Gennaio 2017, 09:10
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