Marco Mengoni, il dismorfismo (che hanno anche mamma e zia). Cos'è il disturbo legato all'aspetto fisico

Il cantante ha avuto una fase della sua vita in cui non accettava e non capiva perché gli altri lo trovassero bello

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Sanremo 2023 - Marco Mengoni si prepara all'ultima serata del festival dopo aver agguantato il primo posto nella classifica delle esibizioni delle cover. Sensibile ed eclettico Mengoni oggi in conferenza stamapa si è definito una persona parecchio emotiva. «Scusate, sono molto felice ma anche molto emotivo», ha detto scoppiando in lacrime a poche ore dalla finalissima che lo vede favorito in testa a tutte le classifiche provvisorie. «Sono anche le poche ore di sonno. Fortunamente è andato tutto molto bene, molto oltre le aspettative», ha dichiarato con la voce rotta dai singhiozzi.

Mengoni si è aperto e ha raccontato tempo fa un disturbo che lo affligge: il dismorfismo. Il cantante ha confessato di soffrire di questa patologia in una recente intervista al settimanale Sette. È un problema di famiglia, ne hanno sofferto anche altre parenti strette di Mengoni: la mamma, la zia e forse anche la nonna. Ma di cosa si tratta? Cos'è il dismorfismo corporeo? 

 

Marco Mengoni e il dismorfismo corporeo

Il disturbo da dismorfismo corporeo fa parte dei disturbi ossessivo-compulsivi del DSM-5. Il disturbo è caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per uno o più difetti corporei.

Questi difetti possono essere minimi o totalmente assenti ma vengono comunque percepiti come profondamente disturbanti. Chi soffre di questo disturbo si definisce spesso brutto, anormale o deforme e la percezione di questi difetti è fonte di vergogna e disagio profondi. Le linee guida per il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo suggeriscono l’utilizzo di farmaci antidepressivi (SSRI) e strategie di intervento cognitivo comportamentale come la psicoeducazione, la ristrutturazione cognitiva, l’attivazione comportamentale e l’esposizione allo specchio.

In parole semplici, una persona che ha il dismorfismo soffre perché si vede brutta. La persona si fissa su alcuni dettagli, su semplici caratteristiche del volto o del proprio corpo, considerandoli fonte di disagio. Si tratta di una eccessiva, persistente e problematica preoccupazione per alcuni difetti fisici corporei minimi o addirittura assenti. Nonostante questo, il disagio associato ai presunti difetti fisici è molto alto. Di solito compare durante l'adolescenza, l’età media dell’esordio è 17 anni, e in molti casi non si diagnostica nemmeno. La dismorfofobia è presente in entrambi i sessi con una prevalenza leggermente maggiore nelle donne. Le persone affette da questo disturbo cercano in tutti i modi di attenuare il senso di disagio e di angoscia che provano.

Tendono a guardarsi continuamente allo specchio oppure fanno l'opposto, vogliono evitare completamente gli specchi. Provano a usare strategie per camuffare i presunti difetti fisici come l’uso eccessivo di cosmetici o coprendoli con vestiti o accessori. Nel peggiore dei casi  evitano situazioni sociali e si isolano in casa. Tendono a chiedere continue rassicurazioni rispetto ai propri difetti fisici. 

 

La mamma che diceva «Quanto so' brutta»

Marco Mengoni ha raccontato questo aspetto molto intimo della sua vita in una intervista ad Andrea Laffranchi. Ha dichiarato che ha cercato di lavorare molto su sé stesso per arginare l'ansia legata al suo aspetto fisico. Sembra incredibile ma è proprio così. Mengoni è un bellissimo ragazzo, eppure non si percepisce tale. Quando era più giovane è arrivato a pesare 106 chili, aveva i capelli lunghi che gli coprivano il viso e dietro i quali si nascondeva. Non aveva un bel rapporto con il suo corpo. «Ho fatto fatica a capire il confine tra bellezza oggettiva e soggettiva», ha detto Mengoni. Quel che si vede, quel che si percepisce e quindi quel che irrimediabilmente si giudica bello, oppure no. È un confine che lacera tantissime persone. Mengoni era tra queste. È stato in psicoterapia ed è anche iscritto alla facoltà di psicologia. Se ne ha parlato, forse è perché ora guarda le cose con più distacco. 

 

E ha raccontato che il dismorfismo è un problema di famiglia. Una famiglia matriarcale. La nonna, che è rimasta vedova presto, è una donna che ha dovuto farsi letteralmente in quattro: la mamma, la nonna e la manager del negozio di Ronciglione, il piccolo centro in provincia di Viterbo dove Mengoni è nato e cresciuto. Ci teneva moltissimo al suo aspetto, ha detto Marco. Aveva sempre i capelli in ordine, era sempre truccata, molto precisa. «Quasi caricaturale», sottolinea Marco ammettendo che c'era qualcosa che forse era un po' ossessiva in quella routine. 

Poi ha parlato della mamma e della zia che non si sono mai sentite belle. «Mamma e zia sono donne bellissime ma si sono sempre viste piene di difetti», ha detto. «Si buttavano giù, quante volte le ho sentite dire "Quanto so' brutta"», ha aggiunto il cantante che ricorda un altro dettaglio: «Mamma ha delle bellissime gambe ma non si è mai messa la gonna per vergogna». 

«È stato difficile accettare che gli altri mi vedessero bello», ha detto nella stessa intervista. E poi ha aggiunto: «Alla fine fa piacere sentirselo dire, però penso che la bellezza sia quel condimento in più in un piatto che deve essere già buono».


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Febbraio 2023, 17:44
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