Sanremo 2021, trionfo di Gaudiano tra le Nuove Proposte: «Contento d'aver dimostrato a papà che ci aveva visto giusto»

Sanremo 2021, trionfo di Gaudiano tra le Nuove Proposte: «Contento d'aver dimostrato a papà che ci aveva visto giusto»

di Totò Rizzo

Si chiamava Ciro, il papà di Gaudiano (al secolo Luca Gaudiano, foggiano, 29 anni), vincitore tra le Nuove Proposte al Festival di Sanremo. È morto due anni fa e a lui è dedicata “Polvere da sparo”, il brano che il cantautore pugliese ha portato al Festival. «Un evento traumatico di cui ancora oggi faccio fatica a portare il peso. Io sono un impulsivo e in me a volte il lato emotivo prevale rispetto a quello razionale. Ma non volevo scrivere una canzone didascalicamente drammatica, volevo che questo mio malessere venisse fuori in musica da una vibrazione, da una pulsione. Credo d’esserci riuscito senza artificio e l’ho capito dal fatto che il pubblico ha comunque apprezzato la mia sincerità».

Un retrogusto nostalgico che ha accompagnato la felicità per la vittoria: «Non ho potuto festeggiare come avrei voluto per le restrizioni del Covid ma stanotte, rientrato in albergo, ho fatto fatica ad addormentarmi, l’adrenalina era ancora a mille. Ho riacceso il cellulare e tra messaggi e telefonate sono stato travolto da un’onda d’amore. Credo che dietro la vittoria ci sia anche il supporto di quest’affetto, sento di non aver vinto da solo. Poi stamattina ho guardato sui giornali e sul web le foto di quel ragazzo emozionato che tiene in mano il premio e ho fatto fatica a collegarlo con Luca, con il mio “io” interiore».

È stata un’esperienza condivisa fino alla fine con gli altri tre finalisti, questa del Festival, un percorso di «stima, amicizia, di compassione nel senso letterale della parola, fino all’ultimo sprint di ieri sera.

Tanto che c’è stato un momento in cui il direttore di palcoscenico ci ha detto di abbassare la voce perché mentre cantava Marco (Wrongonyou, ndr.) ci siamo trovati inconsapevolmente a fargli da coro a squarciagola dietro le quinte».

La scuola di musical che ha frequentato è stata fondamentale per Gaudiano: «Non sarò mai grato abbastanza a Gino Landi che è stato il mio maestro: devo a lui se in scena ho, come dicono, una certa sicurezza. E anche lo studio dell’impostazione vocale è stato fondamentale per quello che riesco ad esprimere e a far arrivare. Pure qui, sul palco di Sanremo, nei tre minuti in cui devi fare ascoltare la tua canzone. Il teatro comunque resterà sempre, al di là di questa vittoria, tra i miei obiettivi principali».

Tifoso del Foggia, calciatore solo per diletto, Gaudiano ha però praticato per alcuni anni a livello agonistico il tiro con l’arco. «Poi la passione per il canto e la recitazione hanno preso il sopravvento. Mio padre è stato il primo credere in me, mi ha regalato la prima chitarra quando avevo 14 anni. E credo che oggi sarebbe contento di averci visto giusto. E io sono ancora più felice di avergli confermato, da quaggiù, che insieme avevamo ragione».


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Marzo 2021, 13:50
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