Mattia Briga su Leggo: «Tante cose da dire»

Mattia Briga su Leggo: «Tante cose da dire»

di Mattia Briga
Passeggiando per Camden Town, a Londra, vado in cerca di svolte vintage e tute acetate, immerso tra i rumori dei ferri battenti e il reggae proveniente dalle bancarelle dei dischi usati.
In questa sorta di Porta-Portese più melting pot, ma meno snob del mercato di Portobello, qui a Camden Amy Winehouse trascorreva le sua vita e componeva i suoi brani nell'ordinata anarchia selvaggia del luogo.
Sono col mio amico Marco, stesso banco alle elementari, originario del Brasile, di colore, adottato, Italiano. Regista ormai da oltre un lustro residente a Londra, uomo immagine della tanto rinomata fuga di cervelli'.
Fa freddo e stringiamo un box di junky-food tra le dita dei mezzi guanti. Camminiamo nell'odore degli incensi, forse, una vecchia maglia del Newcastle con il 9 di Shearer sventola appesa alla stampella di uno stand. Una ragazza attacca la sua chitarra all'amplificatore e comincia a cantare So much things to say'nella versione di Lauryn Hill. Canta da paura, sembra quasi lei. Come suggerisce la canzone, ci sarebbero tante altre cose da dire. Purtroppo ho esaurito le battute.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Giugno 2020, 07:16
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