Mattia Briga su Leggo: «Stand by me da dedicare»

Mattia Briga su Leggo: «Stand by me da dedicare»

di Mattia Briga

Nell'anno in cui da adolescente ho vissuto in Danimarca, dovetti cambiare molte abitudini e non senza difficoltà.
Imparai a cenare alle sei del pomeriggio, a costruire un pasto completo per pranzo sopra una fetta di pane nero imburrata, a mettermi la calzamaglia sotto ai jeans e a prendere l'autobus per andare a scuola. Fino a quel momento, a Roma, avevo avuto le scuole talmente vicine a casa che per tutta la vita ero sempre andato a piedi.
Inoltre, con l'elasticità italiana, le volte in cui arrivavo con qualche minuto di ritardo non succedeva nulla, e se il ritardo era considerevole si poteva sempre entrare in seconda.
Quell'anno, però, la scuola distava quaranta minuti di pullman, e quest'ultimo passava ad un orario ben preciso, anzi, estremamente preciso. La fermata nel paesino in cui abitavo era prevista tutte le mattine alle sette. Un minuto prima potevo udire lo scricchiolare delle gomme del mezzo sulla neve, che si apprestava ad effettuare la curva per entrare in paese.
Avevo sempre un CD degli Oasis con me, che ascoltavo per tutto il tragitto chiudendo gli occhi e sognando il giorno che avrei dedicato Stand By Me a qualcuno di speciale.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Febbraio 2021, 15:16
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