Mattia Briga su Leggo: «Le cose della vita»

Mattia Briga su Leggo: «Le cose della vita»
Non ricordo un'apocalisse mediatica di questa portata, all'alba dei miei 31 anni. Ogni volta che mi lavo le mani penso a Leonardo di Caprio in The Aviator', film in cui denota un disturbo ossessivo compulsivo dovuto alla madre che da piccolo lo lavava a fondo mettendolo in guarda sulla possibilità di contrarre il colera o il tifo.
Mi piace pensare che, lavarsi le mani, sia un gesto di igiene personale e di educazione talmente radicato nella nostra quotidianità che ritengo non dovremmo imparare oggi dai consigli dei politici e degli epidemiologi. In campo più esteso poi- e soprattutto con un pizzico d'ironia- nel lavarsi le mani, noi italiani siamo davvero dei campioni.
Ma ciò che è appare ancora più difficile, e che supera il fatto in sé di imparare a lavarci le mani, è quello di doverlo fare nel rispetto degli altri. Dopo anni passati a curare il nostro orticello, riusciremo ad essere in grado di non calpestare le aiuole dei parchi pubblici? Tutto ciò resta un mistero.
Nell'augurio che possa diventare soltanto un periodo da raccontare nelle canzoni, tra Le cose della vita (Venditti). Che finché le raccontiamo vuol dire che non è finita.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Marzo 2020, 08:10
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