Mattia Briga su Leggo: «La mia città come palestra»

Mattia Briga su Leggo: «La mia città come palestra»

di Mattia Briga

Le restrizioni di questo periodo rappresentano un banco di prova per tutti e sono innegabili il sacrificio e la fatica che facciamo per rispettarle.
Se c'è una cosa che ho imparato da questo momento, fosse anche solo per istinto di sopravvivenza, è cercare di cogliere l'aspetto positivo e di usare un po' di fantasia.
È chiaro che non si può sostituire il cinema con Netflix, lo stadio con Sky e ridurre una cena fuori ad un Glovo, ma sono tempi duri e ognuno di noi fa di necessità virtù.
Le palestre chiuse, ad esempio, mi hanno fatto scoprire una Roma diversa, bellissima, a cui non ero abituato. Allenarsi a Villa Ada o allo Stadio dei Marmi, correre sulla ciclabile e attraversare il centro storico, camminare facendo la spola tra il Giardino degli Aranci e il Circo Massimo, sono cose che nella vita frenetica di prima non avrei mai pensato di fare, mentre ora sento quasi di non poter farne a meno.
Torno arricchito da ogni corsa, respiro la storia di questa città e mi riempio occhi e polmoni della sua bellezza.
Spesso tendiamo ad ostacolarli, ma può essere un'esperienza assecondare i cambiamenti della vita.
Drake direbbe che è un piano di Dio.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Febbraio 2021, 14:46
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