Zucchero, dieci show all'Arena di Verona
prima del tour mondiale: "Mi sento a casa"

Zucchero, dieci show all'Arena di Verona ​prima del tour mondiale: "Mi sento a casa"

di Massimiliano Leva
MILANO - Dieci date all'Arena di Verona dal 16 al 28 settembre, ciascuna con un ospite speciale sul palco, ancora da annunciare. E un disco di inediti in uscita a maggio 2016. «E' un rapporto speciale che mi lega a questa città. L'Arena è un luogo magico, dove sei tutt'uno con il pubblico. Volevo fermarmi a suonare per più tempo in un posto dove mi sento a casa. È una grande emozione, saranno le uniche date italiane per il 2016 prima di un tour mondiale».





Zucchero Fornaciari torna dopo cinque anni dall'ultimo cd Chocabeck. Parla con entusiasmo e ricorda con un pensiero le vittime di Parigi: «Se fossi stato in concerto avrei annullato anch'io le mie date. Mi fa senso la vigliaccheria di questi assassini: colpire persone inermi, giovani che ascoltano musica un venerdì sera non ha nulla di politico. È solo viltà». Zucchero ha voglia di tornare. Si percepisce da come racconta del nuovo tour (biglietti già in prevendita) e del nuovo disco.



«Parto domani per New Orleans, dove registrerò e mixerò le nuove canzoni su cui ho già cominciato a lavorare. Sarà un disco con tre produttori famosi a riarrangiare le musiche, con uno stile che riporta a Oro, incenso e birra. Sentivo la necessità di tornare a quei suoni. Per farlo ho dovuto ritrovare lo spirito spontaneo e naif di allora, quando tutto era più spontaneo e si facevano canzoni senza stare tanto a guardare a quello che trasmettevano le radio», spiega.



Le sue date all'Arena saranno una grande festa. «Non c'è ancora un ospite già definito per le date in programma. Vorrei invitare grandi amici come Eric Clapton, Sting, Bono. E ci saranno anche amici italiani. Sarà una sorpresa: magari lo annunceremo più avanti. Si vedrà. Nel frattempo penso alla scaletta, che ripercorrerà la mia carriera, con brani del nuovo cd e altri che non suono da tempo».

Intanto, si lascia andare a uno sfogo: «Mi piacciono quei rapper, quei giovani che hanno il coraggio di criticare. Bisogna ogni tanto andare contro corrente. Il mondo è malato corrotto: dalla Chiesa alla politica. La musica deve parlare anche di questo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Novembre 2015, 10:23
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