Gli Who compiono 50 anni, il film cult
Quadrophenia torna al cinema solo per oggi

Gli Who compiono 50 anni, il film cult ​Quadrophenia torna al cinema solo per oggi

di Claudio Fabretti
ROMA - Massarini, gli Who compiono 50 anni: qual è la loro peculiarità nella storia del rock?

«La capacità di passare da un band di (eccellenti) singoli a un nucleo creativo che ha saputo raccontare in grande stile, e con grande fantasia, due storie: quella spiritual-psichedelica di Tommy e quel ritratto di un'epoca e di una generazione (quella dei Mod) in Quadrophenia».





Gli Who sono stati il simbolo del rock inteso come rivolta giovanile, da “My Generation” in poi. Oggi però a riempire le arene sono gli ultrasettantenni Rolling Stones e il pubblico rock è sempre più attempato: cos'è successo?

«È successo che una musica che si riteneva destinata a durare pochi anni invece ha saputo non solo raccontare un'epoca di grandi cambiamenti (sociali, politici, razziali, tecnologici), ma anche evolvere e accompagnare milioni di ragazzi verso un'età matura. Gli artisti che hanno saputo anch'essi maturare senza perdere la loro forza originaria e il contatto col loro pubblico hanno continuato a suonare. Spesso anche per le generazioni successive, che li scoprivano attraverso fratelli maggiori, padri, madri».



“Quadrophenia” torna al cinema. Cosa rappresentò quel film?

«Mod e Rockers erano a tutti gli effetti due gang di teppisti, più “americani” i primi (rock'n'roll, brillantina, giubbotti di cuoio, motociclette) più inglesi i secondi (Lambrette invece che moto, redingote o parka invece che il giubbotto di cuoio, più stilosi, innamorati della musica da ballo nera, Tamla Motown e Stax su tutto). La poetica del rock ne ha fatto due icone. Quadrophenia fu il primo film sulla cultura giovanile degli anni 60, a cui gli Who, spinti dal loro manager, avevano deciso di prestare una voce, una colonna sonora, un look».



C'è un filo rosso a unire “Tommy” e “Quadrophenia”, le due opere rock della band?

«Certamente sì, ed è la persona di Pete Townshend, uno interessato a penetrare le cose, non solo a fare canzoni che funzionassero. Townshend aveva scoperto la spiritualità attraverso un guru indiano, Meher Baba, e cercava – specie in Tommy - dei valori più profondi nella vita. Tommy è una metafora, una promessa di redenzione e di liberazione individuale».



Daltrey/Townshend è un altro dei classici dualismi da rock band. Che cosa distingueva le due anime degli Who?

«Townsend era il più riflessivo, Daltrey più, diciamo, d'azione. Ma tutti e quattro e non è un segreto - erano temperamenti focosi, spesso si sono anche picchiati fra loro. Non a caso, li chiamano the original punks».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Dicembre 2014, 09:43
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