Le Vibrazioni in tour con Peppe Vessicchio: «Insieme a noi ha scoperto un'anima rock»

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di Claudio Fabretti
«Lo stravolgimento sarà completo, ma le nostre canzoni ne usciranno più ricche. E anche per noi si apriranno nuovi orizzonti». Parola di Francesco Sarcina, folgorato sulla via della Classica dal maestro Peppe Vessicchio. Già, perché in tour le sue Vibrazioni rock si presenteranno in versione inedita, con nuovi arrangiamenti ideati e realizzati per l’occasione dal Maestro-guru delle orchestre sanremesi (e non solo). «È stato Francesco a lanciare la sfida e io l’ho raccolta subito - racconta Vessicchio - Il motivo? Mi piace l’idea di vedere gli studi classici dei musicisti giovani inseriti in un contesto musicale attuale. Anche perché la Classica, oggi, è troppo difficile e distante dai giovani. Dunque, il linguaggio del rock è perfetto».

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E a questo punto succede l’inverosimile: Sarcina si denuda dei suoi abiti da rockstar e li cede al compassato maestro napoletano, inclusi gli occhialoni neri. «Il rock per me è soprattutto quello degli anni 60 e 70 - confessa Vessicchio - Ho un debole per gruppi progressive come Genesis o Jethro Tull, che hanno sempre lavorato sul confine tra i generi». Sarcina, invece, si dichiara «esploratore pieno di curiosità, in cerca di nuove terre da scoprire», anche perché «le etichette hanno stancato da un pezzo».

Un inno alla musica senza frontiere, insomma. «Per me è stata anche l’occasione per selezionare tramite un bando giovani musicisti da tutta Italia per suonare con la mia orchestra “Sesto Armonico” nelle varie tappe del tour», spiega Vessicchio. Il via sarà a Palermo l’11 novembre, a dicembre, invece, i passaggi a Milano (10 – Teatro Nazionale) e Roma (12 – Auditorium Parco della Musica). 

Con Vessicchio basta un attimo per scivolare in terra sanremese. Magari per sapere se e come è cambiata musicalmente la stoffa dei partecipanti: «Oggi c’è più varietà, si è aperto anche a generi diversi rispetto a quelli canonici del Festival. Penso ad esempio alla scena indie rock. E una maggior varietà non può che far bene a Sanremo». Sugli artisti più sconvolgenti diretti in tanti anni di militanza all’Ariston, il maestro non ha dubbi: «Mia Martini mi colpì subito, perché era diversa da tutti gli altri: era lei a dirigere l’orchestra con la sua interpretazione».

E tra i più difficili da gestire? «Elio e Le Storie Tese - replica con un sorriso - Loro mi dissero che volevano arrivare ultimi con La terra dei cachi e che avevano scelto me per questo obiettivo. Io risposi loro che con quel brano potevano anche fare a meno di me! Ma era tutto uno scherzo: sono bravissimi musicisti e quel secondo posto vale oro».

Sarcina, invece, liquida preventivamente ogni accenno ai fatti di gossip che l’hanno coinvolto («è stato detto tutto, il circo è circo!») e ironizza sulle bufere social: «Sono tutti più interessati a sapere come mi taglio le unghie dei piedi che a parlare di musica...». Non chiude a Sanremo («se ci torneremo sarà solo quando si presenterà l’occasione giusta, ma quel posto mi genera troppa ansia») e non sente nostalgia del ruolo di professore di canto ad Amici: «Se avessi potuto realmente farlo sarebbe stato divertente... Scherzo! Maria De Filippi è un genio, ma lì dietro ci sono dinamiche televisive distanti da me».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Ottobre 2019, 08:17
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