Colpa d'Alfredo, Noemi: «Un cazzotto provocatorio per generare lo scambio»

Colpa d'Alfredo, Noemi: «Un cazzotto provocatorio per generare lo scambio»

di Noemi

È andata a casa con il negro, la troia. Boom! Otto parole per colpire con un cazzotto metaforico chiunque lo stesse ascoltando, anche per sbaglio.
Vasco spiegò che il termine negro non era riferito ad una persona di colore ma stava ad indicare una particolare caratteristica fisica.
Mi chiedo se quarant'anni fa queste parole facessero meno paura. Non credo, anche allora Vasco subì le conseguenze di quella scelta: il brano fu censurato dalle radio. Forse però le provocazioni si raccoglievano con più maturità, soprattutto su temi scomodi, con la consapevolezza che cancellare certe parole non ne cancellasse il contenuto.
Con questo non voglio dire che sia giusto usarle, anzi, ma sono sicura che il contesto faccia la differenza.
Di Colpa d'Alfredo mi manca il coraggio di dire, di parlare, di usare termini scomodi. La volontà di entrare nella quotidianità delle persone non in punta di piedi ma con un cazzotto provocatorio, con la voglia di generare uno scambio, non una polemica. Non dimentichiamo che l'invito al pensiero critico ha contraddistinto la nostra società che è sempre riuscita, meglio di altre, a metabolizzare e a accettare il proprio passato senza doverlo cancellare o riscrivere.
Viva l'incontro, viva colpa d'Alfredo.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Novembre 2020, 08:47
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