Vasco Rossi compie 70 anni. Irene Grandi: «Il mio Blasco affascinante e sognatore. Ma vorrei vederlo una volta vestito elegante!»

La cantante-pupilla: "Parla alle donne che non hanno paura di esporsi"

Irene Grandi: «Il "mio" Vasco che compie 70 anni, affascinante e sognatore. Ma vorrei vederlo una volta vestito elegante!»

di Totò Rizzo

I rocker non hanno età ma dal momento che l’anagrafe non è un’opinione Vasco Rossi compie comunque oggi, 7 febbraio, 70 anni. Sarà per la cifra tonda ma lui glissa: «Non è il passare del tempo che conta, ma come lo usi». E ancora: «Sono 70 volte che la terra mi fa girare intorno al sole e la testa non mi gira ancora». Auguri, omaggi, concerti di cover band e un documentario, “Vasco Rossi - Questa storia qua”, diretto da Alessandro Paris e Sibylle Righetti, che Canale Nove trasmetterà stasera alle 21.25: vita e opere del Komandante.

 

Chi lo conosce bene sa quanto sia allergico alle celebrazioni e tra questi c’è Irene Grandi per la cui voce Vasco ha scritto diverse canzoni, due delle quali, “La tua ragazza sempre” e “Finalmente io”, a distanza esatta di vent’anni – 2000 e 2020 – sono diventate due hit a Sanremo. «Se lo chiamerò per gli auguri? Magari fra qualche giorno. Oggi lo bombarderà il mondo intero. Ed è anche possibile che stacchi il cellulare».

Chi è Vasco? Partiamo dall’uomo.

«Credo che il maggiore dei suoi pregi sia la fascinazione nel parlare. Lui incanta. Esprime concetti profondi anche se si parla di argomenti in apparenza leggeri ma senza annoiarti mai. Insomma, non ti stancheresti mai d’ascoltarlo al contrario di tanti altri uomini».

Un difetto.

«Mah, mi piacerebbe vederlo vestito almeno una volta elegante. Non agghindato per carità, non sarebbe più lui. Ma in un bel completo di velluto nero, per esempio. Vasco è sempre molto affascinante. Ecco, uno stile rock un po’ glamour».

Vasco il musicista. Che vento ha fatto soffiare sulla musica italiana?

«È sempre stato fedele al suo rock irriverente dagli inizi della rabbia giovanile e della voglia di spaccare tutto alla maturità che ti dà la voglia di un progetto di vita, di costruire qualcosa di buono. Ha dimostrato che si può restare attuali anche nel cambiamento. Ed è per questo che lo seguono sessantenni e ventenni».

Ha scritto molte canzoni per interpreti donne. È uno degli autori che sanno più scrutare nell’animo femminile.

«Per un certo tipo di donne, direi. Che non si lamentano della propria condizione ma prendono in mano la propria vita, vulnerabili ma senza paura di mettersi in gioco, di rischiare. Donne che comunque sempre donne restano senza scimmiottare l’uomo. Non è un caso che oltre per me abbia scritto per Patty Pravo, Laura Pausini, Noemi».

Per lei ha scritto a vent’anni di distanza due caposaldi del suo repertorio proposti con successo a Sanremo: «La tua ragazza sempre» e «Finalmente io».

«Ecco, anche in questi due casi, è come se lui avesse intercettato due diversi momenti di me.

Ma devo confessare che, in mezzo, c’è la canzone sempre a firma di Vasco che più mi rappresenta: “Prima di partire per un lungo viaggio”, un brano che capta non soltanto il mio amore per partire, per appagare la mia voglia di conoscere, di curiosare in realtà diverse ma invita ad una riflessione molto più profonda, a porsi la domanda: prima di pretendere qualcosa dagli altri, cosa sto facendo io? Ah sì, una canzone ganzissima».

Come funziona con Vasco? Gli si telefona e gli si chiede “hai un brano per me?” O viceversa è lui ha chiamare e a dire “ti avrei pensato per una nuova canzone”?

«Le canzoni nascono anche da incontri occasionali. Esempio. “Finalmente io” che ho portato a Sanremo due anni fa. Nel 2018 ero in tour nei teatri con il mio “Lungo viaggio” e gli avevo chiesto degli inserti filmati dove lui parlava da incastrare nel concerto. Così, alla fine della realizzazione di queste brevi clip, gli ho detto: “Oh, se ti viene una bella canzone, sai dove chiamarmi”. Sono passati diversi mesi, un giorno mi chiama e mi fa: “Quella canzone ce l’avrei”. Era “Finalmente io”. Anche in quel caso aveva colto quel che stavo vivendo: un’analisi spietata dei miei errori che s’era trasformata non soltanto nella capacità di perdonarmi e di non sentirmi più in colpa ma anche in un carico di energia, in una voglia di rimettere a frutto i miei talenti, nella vita e nell’arte. Un bel messaggio per tutte le donne. Dunque non c’è bisogno di sentirsi tutti i giorni con Vasco, tra noi c’è un legame continuo, un filo che ci unisce, sappiamo che ci siamo e ci pensiamo».

C’è qualche progetto in comune prossimamente?

«Con Vasco chissà. Per adesso ho due miei progetti. Il primo è riprendere il concerto, bloccato dalle restrizioni per la pandemia, con il quale sono tornata alle mie radici, alla musica che ha formato i miei gusti e che ha formato anche la mia voce, il rhytm’n’blues, quasi tutte cover, da Etta James a Otis Redding, da Mina a Lucio Battisti. Dell’altro progetto non posso ancora parlare ma giuro che sarò una sorpresona, aspettatevi qualcosa di forte, che calza a pennello con la mia personalità, dove mi vedo assai bene».

Potrebbe essere il teatro.

«Potrebbe».

Tornando a Vasco: dovesse fargli un regalo, oggi?

«Vado sul sicuro: un biglietto per Los Angeles dove spesso ama andare. Me lo vedo già fare la sua corsetta lungo le spiagge della California».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Febbraio 2022, 18:32
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