Tenco, a 50 anni dalla morte le iniziative per ricordarlo. Guccini: "Tutto ancora inspiegabile"

Tenco, a 50 anni dalla morte le iniziative per ricordarlo. Guccini: "Tutto ancora inspiegabile"

di Claudio Fabretti
L'ultima, sofferta, interpretazione di Ciao amore, ciao sul palco dell'Ariston. La delusione cocente dell'eliminazione. E poi, quel colpo di pistola, che squarciò la notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967. È passato mezzo secolo da quel Sanremo terribile che ci portò via, a soli 29 anni, Luigi Tenco, capostipite dei cantautori italiani, ma anche uno dei più aspri, coerenti, sensibili, profondi. «Chi ha ucciso quel piccolo principe che non credeva nella morte?», si chiedeva Francesco De Gregori nel suo omaggio di Festival. 

La storiografia ufficiale racconta che il cantautore di Cassine si è suicidato, sparandosi un colpo alla tempia nella sua stanza dell'Hotel Savoy a Sanremo, la notte in cui venne eliminato dal festival, dove cantava in coppia con Dalida, alla quale era legato da una turbolenta relazione sentimentale. In un biglietto aveva lasciato scritto che non sopportava l'idea di vivere in un paese che mandava in finale Io tu e le rose e che al suo brano aveva preferito La rivoluzione di Gianni Pettenati, proprio uno di quei brani corrivi contro cui tanto si batteva. 

Un gesto così estremo e tragico che ancora oggi nessuno sembra accettarlo. «Il suicidio di Tenco resta inspiegabile, forse c'entra la storia con Dalida, anche se il fratello mi ha sempre detto che fu ammazzato», racconta Francesco Guccini nel libro Forse non sarà domani. Invenzione a due voci su Luigi Tenco dello psichiatra Gaspare Palmieri e del giornalista Mario Campanella, una delle tante pubblicazioni che escono per il cinquantenario.

Per l'occasione si terranno concerti (domani al casinò di Sanremo) e sarà anche emesso un francobollo, mentre Sveva Alviti sarà al Festival in veste di interprete di Dalida per l'imminente biopic sulla cantante francese. Oggi, in tempo di pseudo-cantautori alternativi, ci manca più che mai la sagoma ombrosa di Tenco, la sua prosa scabra e disadorna, i suoi abissi di malinconia. Ciao Luigi, ciao.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Gennaio 2017, 08:51
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