Tananai, nuovo album: «Io bullizzato, ma non ne sono uscito leso. Fedez? Non abbiamo litigato»

Tananai, nuovo album: «Io bullizzato, ma non ne sono uscito leso. Fedez? Non abbiamo litigato»

di Rita Vecchio

Il dubbio che avesse cambiato in corsa il titolo del disco dopo la legge sul rave party, c’è stato. Ma Tananai nega, divertito. «Lo avevo deciso prima, prova è l’ufficializzazione del titolo sui social che è antecedente all'intervento del governo Meloni».  L’album “Rave, Eclissi”, disponibile da oggi (i suoni anticipati in anteprima esclusiva su TikTok), è una raccolta di 15 brani, tra inediti e singoli conosciuti ("Maleducata", "Esagerata", "Baby Goddamn"), alcuni prodotti da lui stesso e altri insieme a Davide Simonetta. Tra questi il duetto, in "Campo minato", con la cantautrice laziale, Ariete. 

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«Che poi, la legge sul rave non la trovo nemmeno così attuale. Però l’idea della commissione cultura che lavori in sinergia con il ministero, mi piace. Farebbe bene alla musica». Reduce dalla hit estiva "La Dolce Vita" con Fedez e Mara Sattei, dopo essere arrivato ultimo a Sanremo con "Sesso occasionale”, l’artista milanese, 27 anni, nome vero Alberto Cotta Ramusino, è uno dei papabili a replicare la partecipazione il prossimo febbraio. «Direi una stronzata se dicessi che non ci ho pensato. Ma sono uno che pensa a tante cose, per cui…». 

 

Non svicoli. Dopo l'esordio sanremese aveva anche sperato che le dessero il via libera all’Eurovision, non è vero? 

«Alcuni paesi si erano fatti vivi, ma io sono molto fedele all’Italia (ride, ndr)». 

Nonostante in classifica fosse venticinquesimo,  e cioè ultimo, “Sesso occasionale” è stato tra più cantati e certificato doppio platino. Questo le ha dato sicurezza o teme che il nome di Tananai resti intrappolato nel brano? 

«Non ho paura di questo. Mi sento più insicuro di prima, però. Ciò non significa che io sia meno libero. Un successo diventa una zavorra se non ci si attrezza a pensare al modo in cui evitarlo». 

E lei come si è attrezzato?

«Restando fedele al mio modo di intendere musica e scrittura, senza essere dipendente dal dover piacere per forza. Vorrei piacere a tutti, ovviamente. Ma non si può restare incollati alle formule di un brano che ti ha dato successo. Le formule sono nemiche della creatività». 

Il suo nome d’arte, prima di Tananai, era Not for Us. Le nuove canzoni in cui si sente di più lo stacco?

«Forse “Fottimi” e “Quelli come noi”.

In tutto il nuovo disco c'è l'insieme di due anime che mi appartengono (ecco qui il significato del titolo). Quella più cazzona e leggera, che mi ha fatto conoscere nell'ultimo anno ed è la parte "Rave". E quella più introspettiva, il down dopo una festa, l'Eclissi. L’unica cosa che accomuna questi due aspetti è il mettermi a nudo».

In Fottimi nomina le TSO. Perché?

«Sono consapevole di avere usato un termine forte, ma era un modo per indicare le pareti della mia stanza. Io sono il primo che non si riesce a godere le cose belle, coercitivo nella vita ma non nella musica».

Lei ha dichiarato di essere stato bullizzato. Ma non c’è traccia in questo disco. Come mai?

«Forse perché non ne sono uscito così leso. Io scrivo seguendo un’urgenza. Qui c'è tanto dialogo. "Eclissi" è dedicata alla mia fidanzata (Sara, ndr), in  "Nera salsa di soia" c'è l’immaginario di “Boys don't cry”  di Prophet o di Frank Ocean. In "Piccola Gabber" ricerco il sound anni '90 e cito per filo e per segno il TruceKlan (collettivo hip hop italiano, ndr). La fortuna di fare musica, da appassionato di anti-pop, soprattutto di quello inglese (PinkPantheress, in primis), è l’assoluta libertà di provare a lavorare ciò che mi gira per la testa».

Ucciso non da una coltellata, bensì da un sorriso. Verso autobiografico?

«Sì. Credo sia sempre meglio sbattere la testa e imparare dal bernoccolo, che fare il contrario. A me è servito». 

In Maleducazione cantava che la discografia non l’aveva capita. Avete fatto pace?

«Si di brutto. Ho fatto pace anche con Sugar, la discografica di allora. Allora io ero diverso, ribelle e radicale nelle scelte che affrontavo. Mi sentivo incompreso dal mondo. E questo brano risale a quel periodo». 

Fedez ha ascoltato il disco? 

«Ancora no. Ma non abbiamo litigato. Meglio specificarlo, vista la nomea (ride, ndr)».

In "Quelli come noi" parla di chi vive in bilico tra il voler avere e il voler essere. Lei ha capito se vuole avere o vuole essere?

«Devo ancora fare pace con me stesso. O magari è meglio che non lo faccia (se questo è sinonimo di monotonia). Ho sempre abbandonato ciò che mi annoiava. E se un giorno capitasse con la musica, abbandonerei pure lei».


Ultimo aggiornamento: Sabato 26 Novembre 2022, 18:32
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