Steve Hackett: «Il mio rock pacifista», l'ex chitarrista dei Genesis in concerto al Foro Italico di Roma

Steve Hackett: «Il mio rock pacifista», l'ex chitarrista dei Genesis in concerto al Foro Italico di Roma

di Claudio Fabretti
Steve Hackett torna a imbracciare la sua chitarra per far vibrare le corde più “progressive” del pubblico italiano. In bilico tra il passato glorioso nei Genesis e un presente che lo vede attivissimo, sul fronte di un rock sperimentale e aperto alla world music, il chitarrista torna a Roma, al Foro Italico, con un nuovo show, dopo i successi e i sold-out dei tour del 2015, 2016 e 2017.

Protagonisti del concerto saranno i brani più acclamati, firmati insieme ai Genesis di Peter Gabriel e Phil Collins - da Supper’s Ready, Dancing with The Moonlit Knight, da Fountain of Salmacis a Firth of Fifth e The Musical Box - e alcuni rari pezzi non più eseguiti dal vivo dagli anni Settanta, quali One for the Vine e Inside & Out. «Celebreremo anche i quarant’anni del mio Lp solista Please Don’t Touch (uscito nel 1978), insieme a brani tratti dai miei ultimi lavori, come The Night Siren, un disco in linea con la mia evoluzione degli ultimi anni, ma ancora più “globale” rispetto ai precedenti. Un album che contiene un forte messaggio di pace e di armonia mondiale, in questi tempi così difficili».

Dai semprevivi Marillion a Steven Wilson, ex-timoniere dei Porcupine Tree, il progressive rock resiste ancora oggi, a dispetto dei detrattori. E Hackett ne rimane uno dei più fieri e brillanti interpreti: «Il progressive è musica senza tempo. È un genere vario, sfaccettato, mutante. Come un film con tante scene differenti. Molti giovani oggi sono entusiasti di ascoltare questa musica perché sa regalare sempre emozioni e colpi di scena», racconta.
Hackett mantiene con l’Italia un legame speciale, costruito in anni di concerti e incontri con i suoi fan: «È sempre una gioia suonare qui, perché c’è un grande pubblico, straordinariamente entusiasta, che capisce davvero la mia musica. L’Italia è un paese splendido con una storia incredibile e persone calorose».

Per la sua Inghilterra, invece, l’ex-chitarrista dei Genesis nutre più di una preoccupazione: «La Brexit è una sciagura. Gli abitanti del Regno Unito potrebbero diventare molto più poveri, se l’uscita dall’Ue dovesse andare avanti. E oltre tutto questa iniziativa incoraggerà nel nostro paese tutti i pregiudizi contro gli stranieri. Per fortuna c’è ancora la musica in grado di unire le persone». 
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Luglio 2018, 10:26
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