I 30 anni di "Sotto questo sole": Belli e Baccini raccontano la loro hit nata tra tigelle e Lambrusco

I 30 anni di "Sotto questo sole": Belli e Baccini raccontano la loro hit nata tra tigelle e Lambrusco INTERVISTA DOPPIA

di Rita Vecchio
Era il 1990 quando Sotto questo sole venne incisa. Nata in un pomeriggio, la firma è di Paolo Belli ed Enrico Prandi che allora erano rispettivamente voce e tastiere dei Ladri di Biciclette, e Francesco Baccini. Il suo ritornello travolse quell’estate dei Mondiali di calcio. Un swing oggi evergreen. 



La vittoria inaspettata al Festivalbar e il posizionamento tra i singoli più venduti dell’anno (quarto posto nella classifica generale). Il video girato nella zona di Carrara, è una pedalata in salita Belli - Baccini alla Bartali - Coppi. La canzone è nel disco Il pianoforte non è il mio forte di Baccini. 



PAOLO BELLI - Sotto questo sole è bello pedalare sì. Un ritornello lungo trent’anni. Paolo Belli nel 1990 era la voce di Ladri di Biciclette. 



L’estate dei Mondiali e del tricolore. 
«La canzone è in generale la memoria dell’anima. Ogni volta che la canto mi meraviglio. È l’esempio di musica sempre viva. Un colpo di fortuna, di energia bella: mi ricordo molto bene come è nata. 
Come? 
«In un pomeriggio. Eravamo io e Prandi, nel suo garage. Ci ronzava in testa il giro Do-do-do- mi-sol. Ed eccola, scritta in tre minuti. Nel mentre, passa a trovarci Baccini e mette le parole mancanti. Un’alchimia pazzesca. Poi gnocco, tigelle e Lambrusco, come da nostro rituale. Baccini non era abituato a bere, e al primo bicchiere crollò». 
Come è finita?
«I discografici non volevano che la facessimo con Baccini perché non era conosciuto. Ho lottato. Lo stimavo molto come artista. E insieme la canzone funzionava. Si dice che l’artista cerchi l’immortalità. Sotto questo sole va oltre chi la canta». 
Nel video sembrate il duo Coppi-Bartali.
«È stato molto bello girarlo. Ma faticoso. Eravamo in un posto stupendo nelle cave del marmo a Carrara. Ero nel mio mondo. Mi ricordo tre giorni meravigliosi. Mi piacerebbe tornare indietro per riviverli». 
Perché non farlo?
«Non chiudo porte. Ma dovrei sentire la stessa energia di allora». 

FRANCESCO BACCINI - …Ma c’è da sudare. E Francesco Baccini completa il pezzo che vinse il Festivalbar sorpassando Un’estate italiana di Bennato e Nannini, inno di Italia ’90. 



È vero che per Sotto questo sole c’entra il Lambrusco?
«Ha portato bene e visto il successo, forse dovrei bere di più. Un pomeriggio vado a trovare Paolo Belli. Ci siamo messi al piano con Prandi, sempre di Ladri di biciclette. Così è nata. Una canzone per divertirsi, non pensavamo sarebbe diventata evergreen. Un successo straordinario. A una settimana dall’uscita, lo swing del ritornello lo cantavano tutti. I miei discografici erano convinti che non avrebbe mai funzionato».
Le ultime parole famose.
«Mi ha fatto uscire dalla nicchia cantautorale, dove ero anche per somiglianza a Tenco. Fu tutto inaspettato. Alla finale del Festivalbar, siamo entrati all’Arena di Verona correndo. Euforia pura. Il videoclip del brano lo girai con un menisco rotto durante la partita della Nazionale Cantanti. Non riuscivo a camminare, ma a pedalare sì». 
E l’ha incisa. 
«Nel mio secondo disco. Quello in cui c’è il duetto con Fabrizio De Andrè. Un sogno, per me». 
Se dico Sanremo, cosa risponde?
«Premio Tenco. Sto girando un docufilm per i dieci anni di Baccini canta Tenco». 
E la musica? 
«Scrivo per il cinema. Ho appena chiuso il film di Massimo Bonetti. La mia prima vera colonna sonora. Da vecchio, voglio fare questo. Sono spirito libero. E il cinema mi fa sentire davvero libero». 
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Giugno 2020, 08:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA