All'Ippodromo arriva Snoop Dogg: dal rap
al reggae dopo la svolta rastafariana

All'Ippodromo arriva Snoop Dogg: dal rap ​al reggae dopo la svolta rastafariana

di Massimiliano Leva
Ho fumato erba alla Casa Bianca. E i Beatles che dissero di aver fumato uno spinello a Buckingham Palace, nel 1965, prima di essere fatti Baronetti, questa volta non c'entrano. Perch a raccontare la sua bravata, anche se lui crede sia una chiamata dello spirito, Snoop Dogg. Calvin Cordozar Broadus Jr, poi Snoop Doggy Dogg, sino a ieri Snoop Dogg e, infine, oggi Snoop Lion, arriva mercoled all'Ippodromo (in apertura di concerto i Mondo Marcio).





Un uomo e un artista rap sui generis. Frasi tipo: «Mi piacciono le persone che dicono quello che pensano, e mi piacciono le persone che fanno quello che dicono». Uno che è coerente con la sua musica, il suo credo e il suo personaggio da milioni di dollari.



Tanto che ora, abbracciata la fede giamaicana rastafariana, si presenta non eseguendo musica rap. Bensì reggae: in pieno stile rastafari, senza dreadlocks ma col cuore rivolto verso Ras Tafari. Non una conversione, ma una rivelazione, secondo la religione.



Tanto che ha dichiarato: «Non voglio rinnegare nulla, ho scritto brani rap che rimarranno ma quella roba mi ha stufato. Tutto è cominciato quando sono entrato in un tempio: il sacerdote mi ha chiesto il mio nome e mi ha detto che da quel momento sarei stato Lion». Dal vivo suona il nuovo cd «Reincarnated»: reincarnato. Più coerente di così.
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Luglio 2014, 09:51
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