Seat Music Awards, da Baglioni a Emma in 70 sul palco per salvare la musica: «Deve intervenire il governo o sarà la fine»

Seat Music Awards, da Baglioni a Emma in 70 sul palco per salvare la musica: «Deve intervenire il governo o sarà la fine»

di Rita Vecchio
«I concerti da casa sono stati meravigliosi, ma ora ripartiamo». È il grido unanime che ieri sera ha illuminato l'Arena di Verona inondando di suoni il silenzio assordante di questi mesi. A romperlo, la 14esima edizione dei Seat Music Awards in diretta su Rai1 con Carlo Conti e Vanessa Incontrada. Edizione speciale (sabato prossimo la seconda sempre su Rai 1) con 70 artisti e 1415 lavoratori dello spettacolo - per raccogliere fondi per COVID-19 Sosteniamo la musica di Music Innovation Hub, con Spotify e FIMI.

Un progetto pensato in grandissima. Friends&Partners, Live Nation e Vivo Concerti per la prima volta insieme, abbattendo le barriere dell'individualismo: «Noi facciamo quello che possiamo: siamo riusciti a non licenziare nessuno, ma il governo deve intervenire. Altrimenti la musica muore», dice Ferdinando Salzano (direzione F&p).

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Vedere Claudio Baglioni salire per primo sul palco - al centro dell'Arena illuminata a giorno, 3800 spettatori tutto attorno (un terzo della capienza media dell'anfiteatro in un concerto) - con Gli anni più belli è commovente.

Una ruota che riprende a muoversi, dopo un fermo «che ha provocato e provoca la perdita del 91% dell'intero fatturato rispetto al 2019. Musica leggera? Non so che significhi. La musica è pesante», dice Roberto de Luca di Live Nation sensibilizzando a intervenire politicamente subito. «Siamo stati bistrattati», incalza Clemente Zard di Vivo Concerti. Dalla Nannini in pantaloncini Dior e gambe scoperte, al duetto de Gregori - Venditti, Ligabue, Bocelli-Elisa e il trio insolito Manuel Agnelli & Mauro Pagani - Emma. E poi, Ferro in collegamento da LA, Zucchero, Morandi, Amadeus, Ficarra e Picone. Più di tre ore di live per far ripartire una macchina ferma. Ed è stata emozione. 

IL COMMENTO
Quando l'unione fa la forza

L'’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio molti settori del Paese. Tra questi anche l’entertainment. Meno 91% rispetto all’anno scorso. Dati preoccupanti. Ma i principali organizzatori di concerti - Friends&Partners, Live Nation e Vivo Concerti - hanno unito le forze. Dimostrando che oggi come non mai l’unione fa la forza di un Paese. Un esempio per tutti.n(R.Vec.)
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Settembre 2020, 11:09
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