«Ho vissuto sulla mia pelle che quello che era normale per me non lo era per gli altri. Mi hanno fatto sentire diverso, sbagliato. Voglio dire che tutto questo Non è normale». Si intitola proprio così il nuovo singolo di Rosa Chemical, ospite ieri in redazione a Leggo.
Cosa non è normale per Rosa Chemical?
«Non è normale che io abbia perso 4 profili Instagram solo perché ero troppo libero. Mi sento censurato».
Anche nell’era di Achille Lauro a Sanremo?
«Lì si è aperta una breccia, ma alla fine resta un cambiamento superficiale. Serve molto di più per far cadere certi pregiudizi. Tipo che se mi metto lo smalto sono una troia».
È pittore, writer, modello. Cosa l’ha spinto a scegliere la musica?
«Essere artisti per me significa avere una visione del mondo. Ho scoperto di poterlo fare anche grazie alla musica, esprimendo un mio messaggio».
Ha seguito qualche modello?
«Estetico, anzitutto: Justin Bieber, Tokyo Hotel e Marilyn Manson».
E musicale?
«Ad esempio i My Chemical Romance da cui ho preso il nome (Rosa è il nome della madre, ndr). Amo generi diversi: metal, pop, rap, trap, reggaeton...».
Ma dice che non le piace Taylor Swift...
«No, ma è un fatto personale: a me pare insignificante, però i suoi fan la venerano».
Si ritiene un rapper?
«È la mia chiave di linguaggio, l’urban oggi è fatto di rap, di parole a raffica.
Come le è venuta l’idea di scegliere “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà per accompagnare Tananai a Sanremo?
«Non è stata mia l’idea del brano, mi hanno invitato chiedendomi di fare qualcosa capace di spaccare, di risultare esagerato. E ci ho provato».
Le piacerebbe tornarci?
«Certo, anche in gara. Mi piacerebbe anche fare la tv. Mi vedrei come spalla di Signorini o come ospite in un salotto di Tina Cipollari».
Farà un album?
«Presto, sì, ho già diversi brani in cantiere».
E i concerti?
«Vorrei allestire una performance scioccante a modo mio. Ci vorrà del tempo per prepararla».
Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Novembre 2022, 16:09
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