Ron: «Lucio Dalla? Lo rivedo in Mahmood»
di Luca Uccello
Che effetto le fa cantare ancora oggi le canzoni di Lucio?
«Sempre un gran bell’effetto, è sempre una scoperta nuova. Il suo repertorio lo conosco a memoria, ma scopro ancora tante sfumature e ogni volta mi sono chiesto come faceva a scrivere tante belle cose così… È sempre eccezionale poterlo fare, mi sembra di volare».
Poi ci sarà spazio anche per un disco di Ron?
«Lo sto scrivendo, ho delle idee e le sto buttando giù. Voglio riuscirci in tempo per festeggiare i miei 50 anni di carriera. La mia nascita avvenne a Sanremo, avevo 16 anni».
Ci racconta “Tutta la vita”?
«Rivela quello che siamo noi, quello che pensiamo, quello che viviamo e sopportiamo. È un titolo perfetto. C’è felicità ma anche sofferenza».
E “Anna e Marco”?
«Due ragazzi di provincia come ne vedo tanti dove abito io».
Perché fino a poco tempo fa ha voluto evitare parlare di Lucio?
«Perché lo facevano tutti, nel bene e nel male. Si è mancato di rispetto. Per me se ne era andato un grande amico e non è stato facile, ma ho deciso di mettermi da parte».
Cosa le è rimasto di Lucio?
«La sua leggerezza. Lucio è sempre stato fuori dal giro. E questo lo fa essere un personaggio, un uomo, un artista unico».
Dalla ha un figlio artistico?
«Non perché ha vinto Sanremo, ma direi Mahmood. È un personaggio strano, una persona interessante, fascinosa, quello che ha cantato è scritto bene. Mahmood potrebbe essere simile a un personaggio come Lucio, mi piace molto. Appena l’ho visto uscire sul palco mi ha colpito subito, ho capito che non era tutto italiano e questo mi ha fatto ancora più simpatia. E poi mi piace il suo modo di essere, credo sia una persona molto intelligente».
Ce ne sono pochi in giro?
«Lui è un artista. Non ce ne sono molti che hanno quel fascino, quell’originalità tipica di un artista. Oggi pare che tutti vadano dietro un copione. Se non sei in radio non sei nessuno. Questo è molto triste».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2019, 09:32
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