Rolling Stones, 50 anni di (I can't get no)
Satisfaction: l'incredibile storia di come è nata

Rolling Stones, 50 anni di (I can't get no) ​Satisfaction: l'incredibile storia di come è nata

di Claudio Fabretti
ROMA - Il dormiveglia può partorire sogni o incubi. Oppure, se ti chiami Keith Richards, uno degli inni definitivi della storia del rock.





Tutto cominciò così, con quella pennichella indotta chissà come e quel registratore Philips lasciato acceso, mentre il chitarrista dei Rolling Stones strimpellava accordi con la sua acustica, accompagnando un viaggio nell'oblio che sarebbe terminato solo la mattina seguente. Quando il giovane Keith avrebbe riascoltato quel nastro surreale. Trovando, tra una russata e l'altra, il riff di (I Can't Get No) Satisfaction. Il riff sul quale è stata scolpita l'intera saga leggendaria degli Stones e, forse, una fetta di storia del rock.



Dentro quella canzone c'era tutto il succo della rivoluzione stoniana: la rabbia e l'inquietudine giovanile, l'incontrollabile smania di sesso, piaceri, eccessi. «Non avevo una ragazza fissa allora, forse questo spiega l'umore della canzone», racconterà poi Richards nella sua autobiografia Life.



Forse era solo una canzone come tante, magari neanche più bella di altre firmate dai teppisti londinesi, ma fu quella che accese la scintilla. Del rock. Di una geneazione intera cresciuta saltellando su quell'ubriacante riff e su quella implacabile ritmica. Lo spirito di rivolta di milioni di giovani condensato in quella sequenza di note, concepita in una notte di primavera del 1965 nell'appartamento londinese del chitarrista a Carlton Hill. Durante un tour negli States, Keith la fa ascoltare al compare Mick Jagger, che aggiunge gli altri versi.



La prima versione - incisa agli studi della Chess a Chicago - è un pezzo acustico con armonica che non convince il manager Andrew Oldham. La quadratura del cerchio la trovano negli studi della Rca di Los Angeles, complice il magico pedale che distorce il suono della chitarra: il Gibson Maestro Fuzz-Tone. Richards gli tira fuori quel suono acido e distorto che dà l'abbrivio a Satisfaction e che da lì in poi tutti i chitarristi vorranno riprodurre. Il 45 giri esce negli Usa il 6 giugno 1965 e dopo neanche un mese è al n.1 in classifica. Un altro paio di mesi e arriva il disco d'oro per un milione di copie vendute.



L'estate del nostro scontento era consegnata alla storia, insieme a quel brano, così "eversivo" che molte stazioni radiofoniche europee dell'epoca evitarono di trasmetterlo. Ma perfino nella tradizionalista Italia, scalò l'hit parade (fino al n.12). L'inizio del mito Stones, il La ad una lunga storia che ancora oggi noi (e loro) non vogliamo immaginare conclusa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Giugno 2015, 08:07
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