Cremonini, esce “La Ragazza del futuro”: «Un disco libero e senza pudore con tanti amici ma una sola voce»

Cremonini, esce “La Ragazza del futuro”: «Un disco libero e senza pudore con tanti amici ma una sola voce»

di Rita Vecchio

MILANO - Quel ragazzo di provincia, come si è definito, di nome Cesare Cremonini di strada ne ha fatta. Quarantuno anni e una carriera artistica che abbatte disco dopo disco paletti e muri, marchiando una sempre più autentica identità artistica. Esce oggi “La ragazza del futuro”, un disco da ascoltare dall'inizio alla fine come fosse un'opera unica.


«Nessun feat., tante collaborazioni e una sola voce». Lo ha definito un modo nuovo di lavorare senza sentirsi fuori contesto: cosa l'ha spinto a fare un disco così?

«Il domandarmi quale fosse il mio ruolo dell'essere artista in questo preciso momento storico. “La ragazza del futuro” ha aperto un varco dentro di me fatto di sentimenti umani, semplici, terreni».


Come lo definisce?
«Senza pudore e libero. Un disco che parla un linguaggio più largo della discografia, in cui, pur considerando importanti i numeri, guarda oltre il puro senso commerciale. Credo che la musica abbia una responsabilità nella comunicazione con le nuove generazioni. Al centro di questo quadro c'è La ragazza del futuro. Qui c'è la femminilità, la gioventù, il futuro, c'è la dignità di un padre, c'è la depressione, il sesso. Il motivo di fare un disco oggi è lo sfogo come atto liberatorio».


C'è la sua libertà artistica.
«Quando ci si trova in questa condizione, o ti fai fottere o approfitti della stessa libertà.

Questo è un album lontano dal personalismo, non autoreferenziale, ma frutto della ricerca stereofonica di un noi. Un disco che abbraccia tante persone, che voleva far muovere idee, e che a un certo punto aveva bisogno di un volto. Lo sono andato a cercare nelle periferie, dove c'è la vita e il futuro di questo paese».


Ed ecco il perché dei murales di Giulio Rosk, lo stesso del dipinto di Falcone e Borsellino a Palermo?
«Un progetto di street art intitolato Io vorrei che da La ragazza del futuro arriva alle scuole, alle periferie, ai ragazzi. Grazie a questo bravissimo artista siamo partiti da un quartiere marginale del capoluogo siciliano, per arrivare a Ostia e a poco a poco arriveremo in altre città. Saranno delle opere permanenti, senza scritte e senza claim. Parleranno gli occhi di questi bambini».


A Sanremo ha fatto (brillantemente) il primo passo. Pensa già a tornarci?
«In futuro, chissà. Bella esperienza, ancora di più per il messaggio che è passato in quei 15 minuti della mia esibizione. Senza tanti fronzoli, volevo si tornasse all'essenza e a quello che, senza retorica, la gente vuole: i live. Un grazie ad Amadeus e al direttore Rai Coletta, che mi hanno dato carta bianca. Credo stia qui il valore aggiunto della parola libertà».
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Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Febbraio 2022, 16:01
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