Fogli torna con il brano "Mondo" : «Sono un tipo all'antica, tutto semplicità e affetti. Corteggio ancora mia moglie»

Fogli torna con "Mondo": «Sono un tipo all'antica, tutto semplicità e affetti. Corteggio ancora mia moglie»

di Rita Vecchio

«Ero giovane. Figo. Con i soldi». E ora? «Capelli bianchi. Rughe. E non ricco. Ma molto felice con i miei affetti. Anche perché, famoso e ricco ma senza amicizie, a che serve?». Riccardo Fogli ha compiuto il 21 ottobre scorso, 73 anni. Cinquant’anni di carriera, con i Pooh e da solista. I Festival di Sanremo, l’Eurosong nel 1983, i live in giro per il mondo. Uomo romantico oggi come ieri. «Scrivo ancora canzoni d’amore a mia moglie. La corteggio ogni giorno». Parla della modella Karin Trentini che ha sposato nel 2010, madre della figlia Michelle «il mio amorino». Negli occhi di Fogli c’è sempre la passione per la musica. Ritorna con Mondo, brano del 1976 - scritto da Carla Vistarini con la musica di Luigi Lopez - pubblicato da Azzurra Music in 45 giri colorato e in versione totalmente ri-arrangiata da Filadelfo Castro (produttore di Ferro, Nutini, Joyce dei Simply Red) e con la chitarra elettrica di Dodi Battaglia. «Sono un uomo che ha vissuto…e se il mondo mi ha piegato nel mio cuore io sono pulito». Ma anche umile. Non crede? «Vengo da una famiglia povera. Ci si divideva in 4 lo stesso giocattolo. E da una condizione umile non puoi che restare quello che eri. Anche se il mondo vorrebbe altro». 

Traduco: ricco, bello, famoso ma…

«Me la dovrei tirare. A me non è mai riuscito». 

Quindi, com’è Riccardo Fogli? 

«Sono semplice. Spontaneo. Io sono cosi come mi vede. Non ho sassolini nelle scarpe. Non ho scheletri nell’armadio». 

Nessuno, proprio nessuno?

«Ho un equilibrio al centro. Ho energia positiva. Non sono uno che chissà che vita mondana faccia. Sono un po’ all’antica». 

I suoi amici chi sono? 

«A parte i miei “fratelloni” Pooh, devo alla nazionale cantanti la voglia di stare insieme. Morandi, Mogol, Mingardi, Mengoli, Giacobbe: giocando giocando siamo diventati una squadra con Ruggeri, Pupo, Tozzi, Antonacci, Raf, Nek».

Mondo ha avuto una storia importante nella sua vita. 

«Una canzone nata per caso. Venivo da Alessandra dell’album Alessandra, primo disco dei Pooh con Stefano d’Orazio. Nel 1973 ero appena uscito dai Pooh, praticamente un salto da un grattacielo in un giorno di nebbia. Non avevo la presunzione di mostrarmi, volevo solo studiare a fare bene il mio mestiere». 

Che tempi erano?

«Stavo tornando con Viola Valentino, la moglie che ho lasciato un po’ di volte. Mondo era la canzone in cui poteva rispecchiarsi qualunque uomo e che la gente aspettava. Un po’ Pooh, un po’ pop. Per me una vera boccata di ossigeno». 

Tutto ruotava intorno all’amore di allora. 

«Lo shock passionale con Nicoletta (Patty Pravo, ndr). Un amore folle che non ti dava certezza. Ogni giornata era diversa dall’altra. Una donna meravigliosamente strana. Nessun rimpianto per i miei errori: eravamo due che bruciavano i minuti della vita ed era una storia destinata a finire». 

L’ha poi rivista?

«A Tale e quale show, dove peraltro imitavo lei».

Karin non è gelosa del suo passato?

«Quando avevo queste storie non era nemmeno nata.

Sono io che ho paura di perderla. (nel mentre dell’intervista arriva Karin, dolce e sorridente, e gli dà un bacio sulla guancia: «la prima volta che lo vidi, ho promesso a me stessa che lo avrei sposato!»)».

Nel video di Mondo versione 2020, c’è la chitarra di Dodi. 

«É il suo regalo di compleanno. Un mito. Come lo sono i Pooh. All’inizio con loro ero un po’ in soggezione. Io sono uno semplice: poto gli ulivi, cucino, imbianco. Con loro è stato un meraviglioso viaggio alla pari». 

Si è mai sentito imbrigliato? 

«No. Eravamo squadra. Roby faceva musiche strepitose e Negrini era il genio che vestiva di parole le sue melodie verdiane e pucciniane. Io ero il “prova canzone" delle loro Facchinetti-Negrini. E suonavo il basso come solo io suonavo (sorride, ndr)».

Stefano D’Orazio: un ricordo. 

«Avevamo in comune l’essere due “ex Pooh” che guardavano i “Pooh” e li prendevano in giro. Intelligente, sveglio, colto. Stefano l’ho conosciuto con abiti tipo Uomo di Neanderthal, con gli stivali come Billy Idol e che sembrava il batterista degli Who. Quando è diventato Pooh, ha iniziato a vestirsi come noi, con i velluti. Ci siamo persi per anni e ritrovati alla Reunion (2016). Era felice come non mai al matrimonio con la donna che lo aveva reso felice. E poi… , nel giro di niente, un tam tam fino alla fine (Si ferma con le parole, si commuove, ndr)». 

Ok, torniamo a noi. Sanremo, lo rifà?

«Mi devono tirare per la giacchetta. È un festival bellissimo, ma propormi mi crea ansia». 

Lei di Sanremo ne ha fatti tanti, compreso Eurosong.

«Non esageriamo: ne avrò fatti 7 e c’è gente che ne ha fatti 15 (ride, ndr)». 

Con Storie di tutti i giorni lo ha anche vinto il Festival nel 1982. E quindi? 

«Se io rientrassi nei piani di Amadeus, avrei una/due canzoni».

Dopo Mondo, un disco di inediti?

«Se me lo merito, sì. Se c’è attesa, io ho delle canzoni che parlano con la mia testa. La domanda è: c’è spazio per qualche mia canzone?»

Perchè no?

«Siamo nell’epoca di rap e trap. Io amo rapper e trapper. C’è un brano che ho scritto prima della reunion con uno spazio rap». 

Altri progetti? 

«Alla mia età non posso fare progetti. Io vivevo di musica dal vivo. Quando è iniziato il lockdown ero in tour con la mia band in Russia. È quella la mia vita. E spero di ricominciare. Presto». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Dicembre 2020, 15:37
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