Raf si racconta a Leggo: "Fotografavo gli anni '80,
Self Control doveva essere un brano ska" -Foto/Video

Raf si racconta a Leggo: "Fotografavo gli anni '80, ​Self Control doveva essere un brano ska"

di Emiliana Costa
ROMA - «Quando scrivo una canzone cerco di disegnare con le parole fotogrammi da mettere uno accanto all'altro, come nella costruzione di un corto. È così che è nata Cosa resterà di questi anni 80».



Lo racconta Raf, che ieri a Leggo, nelle vesti di “direttore per un giorno”, ha parlato del suo modo “fotografico” di fare musica, dipingendo immagini capaci anche di raccontare un pezzo di storia. «Ho presentato la canzone a Sanremo nel febbraio ‘89, pochi mesi dopo sarebbe caduto il muro di Berlino. Ho provato a trasmettere quello che captavo dal mondo ed era chiaro che la società stesse cambiando».



Il cantautore pugliese, che il 19 ottobre partirà da Milano con il suo Sono Io tour, si racconta a 360 gradi, partendo dagli esordi: «Mi sono avvicinato a questo mestiere passando per la musica progressive e punk. Il mio primo singolo Self Control era perfino vicino allo ska, in studio poi è diventato dance». Un talento, il suo, nato tra le cantine rock di Firenze, dove si è trasferito a 17 anni, diventando anche un tifoso della Fiorentina.











«Faccio parte di una generazione – dice – lontana anni luce dai talent. Il pericolo è che questi programmi appiattiscano i cantanti in meri esecutori. E se ci fossero stati anche in passato non avremmo avuto artisti come Bob Dylan o Lucio Battisti». Ma tra i vincitori di talent, Raf non ha dubbi: «Mengoni è il migliore, perché è riuscito a mantenere la propria personalità».



Più tiepida, invece, l'opinione sui vecchi cantautori che fanno interpretare le proprie canzoni a giovani rapper: «Sono operazioni commerciali, spesso non c'è neanche un filo conduttore. Nonostante io ami il rap, che io stesso sperimentai negli anni 80, e il mio preferito resti Eminem».



Non solo musica però. Il cantautore partecipa alla riunione di redazione e quando si parla di minori e telefonini dice la sua: «Con mio figlio è un dramma, ha 15 anni e sta sempre con lo smartphone in mano. Non ho la soluzione, ma i ragazzi vanno indirizzati».



L'incontro giunge al termine e Raf ci dà qualche anticipazione sul tour: «Con la musica toccheremo i temi dell'immigrazione, dell'ambiente e dei sentimenti. Inoltre alcuni fan estratti a sorte duetteranno con me sul palco. Una sorta di talent? Forse, l'obiettivo però è divertirsi».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Ottobre 2015, 15:46
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