Morto Piero Sugar, imprenditore della musica e marito di Caterina Caselli

Morto Piero Sugar, imprenditore della musica e marito di Caterina Caselli

di Totò Rizzo

Non era facile essere il figlio di Ladislao Sugar, personaggio mitico dell’editoria musicale e della discografia italiane, fondatore della Messaggerie e della Cgd (Compagnia Generale del Disco) ma Piero Sugar, morto a Milano a 84 anni, apprese bene dal padre quel mestiere difficile e complesso, che deve far combaciare l'estro dell'artista e gli interessi commerciali, la scoperta di un talento e la sua valorizzazione, il repertorio e la novità.

Lo apprese, quel mestiere, negli storici uffici della Messaggerie in Galleria a Milano quando Ladislao lo volle accanto a sé, lui che era il primogenito poco più che ventenne. Tanto “invasivo” quel padre, pur nei modi asciutti, signorili di un borghese arrivato in Italia durante il fascismo dall’Ungheria, tanto discreto quel figlio che pure cominciò a carpirgli i segreti di un’azienda che doveva far quadrare i bilanci e al tempo stesso considerare le ragioni dell’arte, industria che Piero provvide a svecchiare già nei tumultuosi anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 pur facendo fronte a mode che cambiavano in fretta e a una concorrenza (anche straniera) spesso implacabile.

IL MATRIMONIO CON CATERINA CASELLI

Discreto, Piero, nel suo lavoro così come nella vita privata quando sposò, nel 1970, una delle artiste della “scuderia” Cgd, Caterina Caselli, che il suo fiuto aveva voluto debuttasse quattro anni prima a Sanremo con “Nessuno mi può giudicare” scartata da Celentano. Vita di lavoro e vita privata lontane dai riflettori, dai paparazzi, dalle foto sui settimanali (a parte qualche momento lieto come la nascita di Filippo, nel ’71, figlio unico della coppia, anche lui cooptato da giovane nel lavoro nell’azienda del nonno e del padre), pure quando qualche anno dopo la Caselli preferì ritirarsi dalla carriera artistica intraprendendo la strada della talent scout prima e della dirigente poi, rischiando in seguito anche con scelte in proprio, con linee autonome, con etichette che, pur sotto lo stesso tetto della casa madre, promuovevano il nuovo.

In questa gran mole di lavoro, che coniugava ricerca e fatturato (spesso la prima fu messa in primo piano rispetto al secondo), Piero Sugar e Caterina Caselli sono stati complici, si sono ascoltati l’un l’altro, non senza divergenze d’opinione ma sempre costruttivamente.

Coppia di ferro, superata la boa delle nozze d’oro.

Caterina l’anno scorso aveva parlato con tenerezza di Piero nel documentario a lei dedicato, “Una vita, cento vite” diretto da Renato De Maria, con quell’affetto non sdolcinato ma concreto, reale, quasi pragmatico, di chi vede nel coniuge, dopo tanti anni, un compagno di viaggio, un sodale, un “socio”. Con il quale ha percorso, fino a ieri, molto più dei “Cento giorni” di uno dei suoi più celebri successi.


Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Giugno 2022, 19:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA