Vessicchio: «Io idolo social? Non esisto sul web»

Vessicchio: «Io idolo social? Non esisto sul web»

di Valeria Arnaldi
Nome e soprattutto bacchetta storica del festival di Sanremo, divenuto una star dei social, Peppe Vessicchio guarda alla musica anche come mezzo per influire sulla crescita di ortaggi. È stata una vera lezione, intitolata “Vino, limoni, pomodori e mela testimoni dell’armonia”, quella tenuta alla presentazione del festival Food & Book, che si terrà a Montecatini Terme dal 12 al 14 ottobre.
È uno dei nomi iconici di Sanremo, come è nato il legame con il festival?
«Ho dedicato la mia esistenza a cercare di capire il mistero della musica. Quando uno inizia a fare musica, vuole solo fare quello, non pensa che sarà un lavoro. Ogni nuovo accordo genera entusiasmo. Ho fatto scelte coerenti e ciò ha avuto conseguenze sulla carriera».
Ed è anche una star tra i giovanissimi sul web...
«Sì, è stato qualcosa di completamente inatteso. Mi fa molto piacere ricevere tante attenzioni ma comporta anche responsabilità. Peraltro io non sono assolutamente social. Non ho nulla, nessuna pagina, è quasi un paradosso».
Non le piacciono i social?
«Mi piacciono come strumento di comunicazione, non mi piacciono le distorsioni, gli attacchi».
Come definirebbe la musica?
«Un linguaggio universale, la seconda lingua di ogni popolo. Non esistono culture che non ne hanno una. Quella leggera poi è un’espressione talentuosa capace di comunicare al gruppo».
Cosa ascolta per rilassarsi?
«Il silenzio della natura, il suono degli uccelli che cantano, il fruscio delle foglie, il vento, l’acqua che scorre».
Tra i nuovi nomi della canzone c’è qualcuno che la interessa in particolare?
«Ermal Meta. Non è cresciuto nel nostro paese. Ha un punto di vista diverso sulla musica, può rinnovare la canzone. Mi affascina».
Cosa fa lontano dal palco nel tempo libero?
«Anche il mio tempo libero è in gran parte dedicato alla musica. Leggo molti titoli di antropologia musicale, manuali di armonia. Ovviamente uno spazio importante lo ha la famiglia. Ci vorrebbero due vite».
Intanto studia l’effetto delle note sulla crescita delle piante: ha pubblicato anche il libro “La musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell’armonia naturale”.
«Quando ho letto che le mucche fanno più latte, sentendo Mozart, ho iniziato una serie di studi ed esperimenti sulle piante. Ogni tanto chiamavo qualche familiare a vedere gli effetti delle note sulle piante, mi rendevo conto che guardava me non quello che mostravo loro, stupiti da quello che dicevo. Invece la musica è un elemento di equilibrio. Armonizza addirittura il vino».
Tutta la musica?
«Ho provato con Beethoven e non ho visto le stesse trasformazioni nelle piante che riscontravo con Mozart».
Lei è anche Direttore musicale delle iniziative promosse dall’Antoniano: progetti per il futuro?
«Dedicare ancora più tempo alla musica per bambini».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Ottobre 2018, 08:32
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