Paolo Benvegnù: «Non c'è più amore, l'Italia è un paese pornografico»

Il musicista milanese pubblica "Solo fiori, l'EP di cinque inediti tra cui il duetto con Malika Ayane.

Paolo Benvegnù: «Non c'è più amore, l'Italia è un paese pornografico»

di Rita Vecchio

Un artista che parla di musica partendo dal latino e arrivando alla fisica quantistica. Intellettuale, scrittore e cantautore. Non è un caso che Paolo Benvegnù sia definito così. Dagli Scisma alla carriera solista, è appena ritornato con la sua musica pubblicando l’EP “Solo Fiori” (Woodworm Label) che porta live, dopo la data all’Auditorium Parco della Musica di Roma, a Milano il 12 maggio (Santeria Toscana). Ospiti sul palco saranno Malika Ayane e Pacifico

L’Italia per Benvegnù è davvero “pornografica”? 

«Sì, come lo è tutto il mondo, del resto. Italia pornografica è un j’accuse» 

Per spregiudicatezza o per eccessi? 

«Magari fosse per l’eccesso. Se si andasse al significato originario del termine, e quindi al mondo romano, come “indulgere in”, io la accetterei. Ma in una società come la nostra, del produci e del consuma, ovvero del non vivere, significa morire. E se non c’è amore, se non c’è magia e se non c’è anima, è solo pornografia». 

Quindi è disamorato del nostro Paese. 

«Lo sono, certo. Non rappresenta più l’amore. Io, da ragazzino, oggi ho 58 anni, volevo un mondo amorevole, anche nella Milano industriale». 

Da cosa scaturisce questo suo pensiero?

«Un po' perché io sono così, complicato (ride, ndr). E un po' da una riflessione di un sabato pomeriggio, dopo che sono passato da un centro commerciale. Non aggiungo altro». 

Chiederle quindi perché canta che l’Italia “avanza”, è sarcasmo.

«Lo è. Come lo è l’Italia "campione". Siamo all'interno di una follia. L'Italia non avanza perché c’è un meccanismo clientelare e familiare tribale. Siamo un paese iper moderno per l’utilizzo della tecnologia, ma ridicoli in tutto il resto». 

E la guerra c’è ancora. 

«Gli uomini non cambiano, cambiano gli scenari sociologici, i rapporti di potenza, l’uomo anela a essere felice, ad amare, a uccidere. Noi siamo nello stesso tempo il peggior mostro e l’essere più sensibile».

Parla anche di Italia razzista. 

«Gli italiani in questo sono uguali a tutti i popoli del mondo. Quando arriva qualcuno diverso da loro, hanno paura.

Come se fosse impossibile accogliere un altro esattamente per quello che è. Abbiamo paura di morire, è questa la verità. E’ un istinto naturale non nobile». 

L’”ignoranza è una certezza”?

«L’ignoranza è il non volere conoscere, non andare a fondo nelle cose».

Quali sono i suoi i riferimenti culturali e letterari? 

«Landolfi, Zavattini, Dino Risi, e potrei andare avanti». 

Lei pubblica l'Ep "Solo fiori" che anticiperà il nuovo l'album. Che sound ha?

«Sono cinque brani, una "ginnastica dell'anima". Amare senza soluzione è sovversivo, rivoluzionario, antistorico, meravigliosamente arcaico e al contempo modernissimo. E' un EP frutto di intuizioni, come per Fellini lo sono "i film che si fanno come vogliono loro". Un disco di canzoni che fanno il possibile, cioè che descrivono l’impossibile suonato in modo possibile, compatibilmente alle caratteristiche mie e dei miei musicisti. E poi c'è "Non esiste altro", il duetto con Malika Ayane. Trovo questo brano un capolavoro che mi ha commosso. Quando canta Malika, quelle parole assumono delle coloriture che io non sarei riuscito a trovare». 

Nel disco che uscirà un autunno ci saranno altri nomi? 

«Ancora no lo so, ma l’idea è di fare un brano con Dario Brunori. Mi piace molto, è rimasto lo stesso degli inizi, non discosta l’uomo dall’artista». 

Finalista al premio Tenco per 5 volte. E Sanremo? 

«Una bella città sul mare vicino Imperia, dove si mangia bene il pesce. Ironia a parte, non ci ho mai pensato. Andrei se viene scelta una mia intuizione. Ma non sono convinto che le mie intuizioni siano vicine alle istanze che ci sono dietro al Festival». 

Si dice, però, che Amadeus abbia delle buone intuizioni. 

«Gli ultimi due anni sono state belle edizioni. Ho un'età e non sono Ivano Fossati. Scrivo canzoni, quel palco è magnetico. Se capiterà sarò contento»

Cosa è per lei la musica?

«E’ la vita. Scrivo per capirmi. Non mi sono mai capito finché non ho iniziato a scrivere canzoni. Il dolore dell’assenza mi ha colpito tanto. E questo ha creato in me molta rabbia. Scrivendo canzoni questa rabbia l’ho esaurita e il dolore l’ho tirato via. Adesso cerco di capire la gioia». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Maggio 2023, 08:28
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